01.11.2019 FUJIFILM

X-Pro3 Stories #2 Simulazioni pellicola

“CLASSIC Neg.”, la terza simulazione pellicola negativa, è creata basandosi sulla pellicola SUPERIA. Sebbene avessimo già a disposizione altre due simulazioni pellicole negative, queste sono state progettate pensando a delle situazioni particolari, nello specifico in situazioni di luce controllata. SUPERIA è una pellicola più amatoriale, adatta a scattare in negativo in quelle situazioni in cui la luce non è controllata.

Mentre le due pellicole “Pro Neg.” si distinguono per le loro capacità di catturare gradazioni di tono che possono immortalare completamente le più piccole sfumature di luce, “CLASSIC Neg”. è progettato per un contrasto leggermente più elevato per aggiungere profondità alle scene con illuminazione piatta. Come tutte le pellicole negative, però, manca di saturazione, che è quindi inferiore alla pellicola standard “PROVIA”.

C’è, tuttavia, di più nella storia di questa simulazione pellicola. L’aspetto più notevole di “CLASSIC Neg.” è un design che presenta toni personalizzati dalla luminosità per ogni colore. Sebbene il termine possa sembrare poco familiare ad alcune orecchie, in Fujifilm lo chiamiamo “contrasto di colore (o colore per colore)”.

Normalmente, si potrebbe pensare che, indipendentemente dal colore, più luminosa è la sorgente, e quindi, maggiore è l’input, maggiore sarà l’output. Ci si aspetterebbe quindi che più luminosa sarà la scena, più chiaramente ogni colore apparirà nell’output. Questo non è, tuttavia, ciò che vediamo espresso nelle fotografie. Spesso il risultato sono fotografie poco impattanti.
Di fronte a una situazione del genere, solitamente regoliamo le curve tonali per chiudere le ombre e far aprire le luci. Scegliendo con cura i dettagli che vogliamo evidenziare e quelli che non danno valore aggiunto alle nostre fotografie. Come sarebbe, allora, se Fujifilm facesse quel lavoro per noi colore per colore? Questo è proprio ciò che la simulazione pellicola “CLASSIC Neg” fa. Con un unico colore la relazione tra input ed output è lineare, mentre un altro output in relazione ad un diverso input al di sotto di una certa soglia la luminosità verrà ridotta. Mantenere l’output inferiore alla luminosità dell’input significa dare alle immagini una sensazione velata che aumenta il contrasto tra i colori.

Diamo uno sguardo dettagliato a come si ottiene questo effetto con ciascuno dei colori chiave. Il nostro modello è una fotografia realizzata con pellicola SUPERIA e relativa stampa. Si potrebbe chiamare questa una simulazione digitale dei cambiamenti chimici che avvengono nelle pellicole di alogenuro d’argento. I numerosi strati fotosensibili sono ciascuno incastonato con cristalli di alogenuro d’argento di diverse dimensioni e un diverso accoppiamento di colore, e di conseguenza, anche se la quantità di luce rimane la stessa, ogni strato subisce diversi cambiamenti chimici, producendo sfumature stratificate.

Come viene prodotto ogni colore? Cosa conferisce profondità all’immagine? Si potrebbe dire che questa è la chiave del puzzle con cui hanno lottato negli anni gli abili artisti del fotoritocco. Mentre la conoscenza accumulata attraverso la ricerca e lo sviluppo può essere preziosa, sicuramente è importante anche la conoscenza pratica acquisita attraverso l’esperienza sul campo. La chiave per una riproduzione dei colori “simile a SUPERIA” può essere trovata esaminando i suoi verdi, blu e tonalità della pelle. Parlando in termini di esposizione, “CLASSIC Neg.” raggiunge la massima qualità quando viene leggermente sovraesposta. Questi sono infatti i colori delle fotografie in negativo che abbiamo scattato ai tempi dell’analogico, colori evocativi senza essere antiquati.

Tutte le foto sono state scattate con “CLASSIC Neg.”. © Stefan Finger