19.10.2023 Luciano Gaudenzio

X-H2S & XF200mmF2.8: la stagione dei Cervi x Luciano Gaudenzio

Luciano Gaudenzio

“La bellezza misteriosa di un paesaggio non dipende dalla sua estetica e nemmeno dalla sua potenza, ma dall’infinità di storie che là dentro potrebbero avvenire e coinvolgerci”.

Storie che vanno scoperte e raccontate con passione, cercando di entrare in connessione con l’ambiente, sforzandosi di capire come ti parla e cosa ha da dirti, apprezzandone le sensazioni e le emozioni che suscita e trovando il modo di comunicarle ad altri, non perdendo mai di vista un aspetto fondamentale che deve esserci in ogni rapporto, il rispetto.

Da qui la volontà dell’autore di (ri)scoprire attraverso la macchina fotografica il paesaggio, per celebrarne bellezza e varietà, ma soprattutto per sensibilizzare il grande pubblico verso la sua salvaguardia e protezione.

LUCIANO GAUDENZIO nasce a Pordenone nel 1969. Laureato in Economia aziendale, lavora da diversi anni come fotografo e direttore della fotografia specializzato in reportage naturalistici e di promozione del territorio. Sue immagini sono apparse sulle copertine e negli articoli delle più rinomate riviste nazionali ed estere, tra cui National Geographic, GEO, Condé Nast Traveller, oltre ad essere autore di diversi volumi fotografici. Le sue immagini sono state premiate e segnalate in alcuni dei più importanti concorsi fotografici di settore, tra cui il primo premio, sezione paesaggi, nel più importante concorso fotografico di natura al mondo, il Wildlife Photographer of the Year 2020. Decine le mostre personali realizzate in Italia e all’estero e le partecipazioni a mostre collettive, quale la prestigiosa “Wonders of nature. The intelligence of creation”, sulla vita animale e vegetale nel mondo, organizzata dal Gasometer Museum di Oberhausen in collaborazione con la rivista GEO.

Negli ultimi anni in particolare si è dedicato alla realizzazione di sette grandi progetti, “Vaia, il futuro delle foreste nelle Alpi”, progetto fotografico dedicato alle foreste conseguente alla tempesta Vaia (2018-attuale), “L’Altro Versante”, progetto per (ri)scoprire attraverso il mezzo fotografico il patrimonio naturale italiano e le montagne, in particolare, per celebrarne la varietà e la bellezza, e in ultimo sensibilizzare il grande pubblico per la loro salvaguardia (2014-attuale), “Le montagne incantate” collana di volumi sulle montagne italiane edita dal National Geographic e dal Club Alpino Italiano (2019-20)“, “I custodi del Territorio” web-serie (2016-attuale), “Cent’anni dopo: ricordi di guerra, sguardi di pace” (2017-2018), “Alpi Giulie, montagne senza confini” che racconterà tramite reportage completi, non solo naturalistici, la nuova riserva mondiale dell’Unesco che si estende tra l’Italia e la Slovenia, e infine “Gea Pulse, visioni del cambiamento” centrato sui cambiamenti climatici e le conseguenze sull’ambiente della Terra.

È inoltre fondatore e fotografo dell’agenzia fotografica PHOTOFVG, specializzata in fotografia e reportages legati al paesaggio e al turismo.

Una delle stagioni che preferisco in assoluto è l’autunno. Ne adoro le sfumature di colore, le temperature piacevoli, la prima neve che cade sulle cime delle montagne, le atmosfere e le luci soffuse e per la presenza di animali selvatici.

Una stagione straordinariamente ricca e varia sia per gli amanti della fotografia di paesaggio sia per gli amanti degli scatti Wildlife. È un’ottima occasione per avvistare e fotografare alcuni animali con maggiore facilità, documentando comportamenti che rendono le riprese più interessanti e dinamiche.

  • 2021 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-T3 e FUJINON XF16-55mmF2.8 R LM WR, 1/160 s a F16, ISO 160

     

  • 2021 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-T3 e FUJINON XF200mmF2 R LM OIS WR, 1/2000 s a F2, ISO 320

     

La foresta di Paneveggio, in Trentino, è una foresta millenaria che estende il proprio manto arboreo su migliaia di ettari, dal gruppo delle Pale di San Martino, alla selvaggia catena del Lagorai. È una foresta famosa e conosciuta in tutto il mondo soprattutto per la grande presenza di abeti rossi, chiamati di “risonanza”, in quanto il legno dell’abete rosso è molto elastico, trasmette meglio il suono e i suoi canali linfatici sono come minuscole canne d’organo che fanno, appunto, da cassa di risonanza, rendendolo ideale per la costruzione dei violini.
In questa foresta millenaria, al cospetto non solo di abeti rossi, ma anche di abeti bianchi e larici, vive una popolazione importante di cervi. Durante il giorno sono protetti dalla volta della foresta, dove la luce difficilmente riesce a penetrare e qui si muovono al sicuro. Nelle ore crepuscolari, all’alba e al tramonto, escono nei dintorni delle numerose casere presenti sul territorio per brucare l’erba ricca e grassa dei pascoli montani. L’immagine panoramica che apre il racconto è ben rappresentativa di questo momento dell’anno e dei toni caldi che illuminano l’area delle Pale di San Martino. La fotografia è il risultato ottenuto dall’unione di 13 scatti verticali realizzati con X-T3 e FUJINON XF16-55mmF2.8 R LM WR.

 

2021 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-T3 e FUJINON XF16-55mmF2.8 R LM WR, 1/15 s a F14, ISO 160

Normalmente la presenza di questo ungulato passa quasi inosservata alla stragrande maggioranza dei passanti. In autunno, invece, nella foresta dei violini un altro suono riecheggia indimenticabile e misterioso. Un verso rauco e imponente, quello del cervo maschio, il famoso bramito, che apre la stagione degli amori di questa specie. I cervi maschi, attraverso questo suono gutturale impongono la propria supremazia sugli avversari in amore e si garantiscono il diritto alla riproduzione.

2021 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-T3 e FUJINON XF200mmF2 R LM OIS WR, 1/4000 s a F4, ISO 320

È proprio in questo periodo che ho deciso di passare una settimana alla ricerca dei cervi più imponenti, quelli con il bramito più potente, quelli più anziani e vigorosi, con un palco degno di questo nome, con almeno 12-14 punte, fino ad arrivare a quelli degli esemplari più anziani con 16 e addirittura 18 punte.

È una stagione imperdibile per gli appassionati di questa specie. Per i fotografi si tratta di un’occasione unica per poterli filmare e fotografare. È con questo intento che inizia la mia ricerca fotografica fatta di alzatacce alla ricerca del posto migliore dove poter riprendere questi fantastici animali, di camminate nel buio, dove il silenzio viene interrotto dal verso degli animali. Alcuni molto lontani, altri molto vicini che fanno sobbalzare il cuore e risvegliano paure ancestrali.

Per la realizzazione di questo servizio video e fotografico ho inizialmente avuto a disposizione la fidatissima X-T3 e il luminosissimo XF200mmF2 R LM OIS WR in abbinata a XF150-600mmF5.6-8 R LM OIS WR. Il video è stato realizzato in due diverse annate, nell’autunno del 2021 e nel 2022. Per le ultime riprese ho avuto occasione di utilizzare anche la più performante X-H2S, mirrorless destinata principalmente al video con miglioramenti importanti nell’autofocus ed in particolare nel tracking degli animali in movimento, potendo agganciarsi all’occhio e non perderlo neanche quando il soggetto scompare dietro un ostacolo per riapparire all’improvviso. Una funzione che mi ha aiutato tantissimo nelle riprese dei cervi in corsa all’interno della foresta, comportamento che i maschi in amore attuano in continuazione nel corso dell’intero arco della giornata in particolare quando inseguono i maschi concorrenti facendoli allontanare e difendendo così il loro “harem” di femmine.

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2021 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-T3 e FUJINON XF150-600mmF5.6-8 R LM OIS WR, 1/2000 s a F2.8, ISO 500

Dall’utilizzo sul campo, è chiaro come la X-H2S, della quinta generazione della serie X, mi abbia permesso di realizzare delle riprese che l’autunno precedente la X-T3 non mi aveva consentito di fare, soprattutto nelle scene di azione di questi splendidi animali. Del resto, per le situazioni più statiche, anche la X-T3 si era comportata egregiamente, anche ad altissimi ISO, e il lavoro di montaggio, mischiando le riprese fatte con le due fotocamere, non ne ha assolutamente risentito in termini di qualità e omogeneità delle immagini anche in considerazione del fatto che con entrambe le macchine avevo realizzato le riprese in modalità “flat”, utilizzando le funzioni F-Log e F-Log2 e applicando i specifici profili colore preparati a hoc dagli ingegneri Fujifilm per entrambe le macchine (Lut).

2022 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-H2S e FUJINON XF150-600mmF5.6-8 R LM OIS WR, 1/160 s a F22, ISO 160

L’aspetto fotografico di questo servizio è stato soddisfatto ampiamente da X-T3 nel 2021 e X-H2S nel 2022, abbinate ai teleobbiettivi sopracitati – XF200mmF2 R LM OIS WR e XF150-600mmF5.6-8 R LM OIS WR – e a XF16-55mmF2.8 R LM WR e XF50-140mmF2.8 R LM OIS WR, che mi hanno permesso di coprire le vedute più ampie ma anche di avvicinarmi ai soggetti.

In particolare, l’utilizzo del teleobiettivo XF200mmF2 R LM OIS WR, mi ha permesso da un lato di ottenere uno splendido sfocato nelle scene di ritratto, mentre in quelle di azione che si sono svolte quasi sempre all’alba o al crepuscolo, quindi in condizioni dl luce più critica, mi ha consentito di utilizzare sensibilità ISO non particolarmente elevate, al massimo 3200 in cui la macchina si è comportata comunque egregiamente, con un rumore di fondo accettabile e completamente eliminabile in fase di post-produzione.

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2021 © Luciano Gaudenzio | FUJIFILM X-T3 e FUJINON XF200mmF2 R LM OIS WR, 1/4000 s a F4, ISO 320