20.12.2023 Marco Tortato

Christmas edition: come creare uno Stop-motion con Marco Tortato

Marco Tortato

Allievo del famoso fotografo pubblicitario Belga-Americano Harry De Zitter, Yorick è fotografo professionista dal 2010. Ha sviluppato la sua tecnica e il suo gusto fotografico con lo studio e talvolta la collborazione con alcuni fotografi molto conosciuti come Joe McNally, Adam Barker, David, duChemin, John Sexton e molti altri. E' fondatore e ora contributore della Manfrotto School of Xcellence, e fotografo del famoso Caffè Florian di Venezia. Come fotografo editoriale lavora per Mondadori. Ha scattato numerose copertine di libri e CD, e ha esposto le proprie opere in Italia e all'estero. Insegna corsi e workshop in tutta Italia. 

Per prepararci all’attesissimo momento delle festività natalizie, abbiamo chiesto a Marco Tortato di condividere con noi alcune tips sulla creazione di uno stop-motion in studio. 

«Non è da molto che nel mio studio abbiamo iniziato a dedicarci agli stop-motion. Tuttavia, si tratta di una modalità che nella comunicazione visiva ha origini ben più lontane. Già nel XIX secolo si hanno i primi brevi filmati e le prime fotocamere brevettate per scattare più foto, proprio per sviluppare questa tecnica, nota in italiano anche come tecnica passo uno.

Le basi sono intuitive. Scattando più foto di uno stesso oggetto mosso in posizioni diverse si può, facendole scorrere velocemente, simulare il movimento dell’oggetto, più o meno fluido proprio come se stessimo vedendo un vero e proprio filmato.

Questa tecnica portata al massimo delle sue capacità è quella che ha consentito la produzione, anche in tempi più recenti, di moltissimi film e serie di animazione. È stata utilizzata anche per animazioni all’interno di film “realistici”: basti pensare alla versione di King Kong del 1933, o al celeberrimo Nightmare Before Christmas di Tim Burton.

Quella che ho usato per produrre questo breve filmato di auguri di Natale per Fujifilm è la sua versione meno realistica probabilmente, ma anche più divertente, ironica, e leggera. Gli oggetti si muovono in maniera buffa, a simulare una reale azione “a scatti”, stimolando così la narrazione.

Ideazione di uno stop-motion

La parte più importante, ma anche più difficile, del produrre uno stop-motion è l’ideazione del racconto, la scrittura della scenografia. Per quanto breve, per quanto semplice il video che ne uscirà, riuscire a creare una storia che abbia un importante engagement con il pubblico è un aspetto fondamentale. Creare aspettative, suscitare un sorriso, stupire sono tra gli obbiettivi finali che ci si aspetta nella ricetta di un buon stop-motion. Per sviluppare il nostro, abbiamo quindi prima di tutto pensato alla storia: doveva lasciare un velo di mistero, anche se… hey, stiamo parlando di Natale, e lo stiamo facendo per Fujifilm, potevano non esserci macchine fotografiche coinvolte insieme ad un pacchetto regalo?

Quando ci si occupa dell’ideazione della storia, si deve sicuramente tenete conto anche di come poi sarà possibile realizzarla. I movimenti, le luci, i passaggi, i prop necessari, senza lasciare nulla al caso. È buona pratica – prima di partire con le riprese – fare qualche tentativo per testare bene tutte le varie fasi della storia in funzione. Magari sperimentando e osando un po’! Inizialmente, per esempio, avevamo pensato di includere una scatola come soggetto nella scena, poi invece abbiamo scelto di usare un sacchetto natalizio. Infatti, dopo qualche prova abbiamo capito che la scatola avrebbe portato a diverse criticità da risolvere, e quindi abbiamo optato per un sacchetto, meno tradizionale, meno formale, ma di sicuro più gestibile. Poteva facilmente essere ripreso dall’alto senza svelare il proprio contenuto e senza comportare difficoltà di apertura.

Set up FUJIFILM X-T4

Come ho prodotto questo Stop-Motion

Una volta testati i movimenti, siamo passati alla fase realizzativa vera e propria, fondamentale è stato comprendere come impostare le luci per ottenere un’ambiente credibile che lasciasse comunque spazio agli addobbi luminosi natalizi inseriti sul ramo di pino e nella stella.

Pe quanto riguarda l’illuminazione, il set è stato pensato a tre luci, di cui una principale laterale diffusa da un grande soft box (110x90cm) e messo ad una distanza tale da permettere una certa uniformità luminosa in tutta l’area di scatto, rimbalzata poi su un pannello bianco messo dalla parte opposta della scena. Una luce alta concentrata con calotta e griglia prima e diffusa poi da un frost a creare luminosità e atmosfera. Una terza luce su uno strip invece serviva a dare qualche accento di luce alle parti cromate delle macchine fotografiche.

L’inquadratura è zenitale, come spesso accade per questo tipo di stop-motion. Avere una solida inquadratura zenitale è parte critica di questo tipo di realizzazioni. Per questo tipo di scatto, io uso un Manfrotto 161MK2B con testa Manfrotto 410, unite attraverso un braccio orizzontale Manfrotto 131D. Non ha grande ampiezza, ma per set di queste dimensioni è fantastico e super solido.

Si passa quindi agli scatti. L’effettiva realizzazione è un meticoloso lavoro di spostamenti – il più uguali possibili tra loto – dei vari oggetti, cercando nel frattempo di non toccare i prop, muovendo solamente ciò che è necessario muovere. Ho smesso di contare le volte in cui abbiamo dovuto ricominciare a scattare da capo. Un paio di volte eravamo persino arrivati quasi alla fine! Più sono gli elementi da far spostare, più aumenta la ricerca di sintonia, la composizione dei vettori armonizzati tra loro diventa critica. Come in una singola fotografia tutti gli elementi all’interno dell’immagine creano forze vettoriali dinamiche che devono essere tra loro combinate correttamente per trasmettere il messaggio voluto, così avviene anche nel caso degli stop-motion: i vettori dei movimenti devono bilanciarsi tra loro, e portare all’osservatore la giusta intensità e naturalezza dinamica.

In questa fase serve attenzione alle luci. Al contrario di quando si scattano singole foto, nella creazione degli stop-motion gli oggetti si muovono, cambiano continuamente la loro posizione rispetto ai flash. Tale evento può creare problemi di coerenza nell’illuminazione. Il sacchetto rosso, per esempio, mostra scritta “Merry Christmas” stampata con oro a caldo che quindi crea riflessi. Per gran parte del processo abbiamo dovuto renderla “brillante” con un pannello bianco volante, tenuto a mano, che andasse a riflettersi sulla scritta sempre allo stesso modo, in ogni posizione della discesa, in modo da renderlo coerente durante tutto il filmato.

Backstage FUJIFILM X-T4

Editing di uno stop-motion

Risolti i mille problemi e arrivati alla fine della delicata fase di scatto, si passa al montaggio. Per velocità e praticità, io personalmente quando realizzo degli stop-motion decido di scattare in jpg. Le fotocamere Fujifilm producono delle ottime immagini in questo formato, e questo è molto vantaggioso. I File sono meno pesanti e questo rende più semplice il loro assemblaggio. Questo comporta però che si debba puntare a realizzare delle foto singole più definitive possibili già in fase allo scatto (soprattutto in termini di luce e colori), in modo da rendere la fase di post-produzione più veloce. E non immaginate quanto, per la loro qualità, io ami i bei jpg di Fujifilm.

Le immagini vengono quindi portate come livelli su Photoshop (69 per questa produzione), e quindi trasformati attraverso il tool Timeline in fotogrammi della sequenza animata. Fatto questo, si esporta in formato video e il gioco è fatto.

Creazione del Set per uno Stop-motion

Kit FUJIFILM

Passiamo alla parte riguardante la fotocamera che ho usato.

Normalmente uso la recente FUJIFILM X-H2, che rispetto alla generazione precedente ha un sensore X-Trans CMOS 5 HR da 40Mp. Fotocamera, che ha letteralmente cambiato la mia vita. Questo sensore ha davvero fatto un salto enorme in termini di definizione rispetto ai suoi predecessori. Una cosa che aspettavo da tempo, perché dal momento che lavoro con tanti materiali che richiedono anche attenzione maniacale al dettaglio (tipo vetro e legno), il passaggio dai 26 ai 40 Mp si fanno sentire tutti. Potenza e definizione, in un formato di fotocamera che per me è perfetto, in quanto spesso con utilizzo inquadrature zenitali, e ho bisogno di limitare il peso quanto più possibile sui bracci che uso per questo tipo di fotografia.

Per realizzare questo stop-motion, perciò suggerisco un corpo della serie X-T, ho usato FUJIFILM X-T4, che di fatto al momento è il mio secondo corpo macchina. L’output finale di 69 livelli in un unico file richiedeva per me snellezza e velocità di montaggio e nel render finale. Pur sacrificando un po’ di dettaglio rispetto alla X-H2, la T4 produce file meno pesanti mantenendo, comunque, lo standard di qualità elevato tipico di Fujifilm, e così la parte “filmica” di questo lavoro è risultate decisamente più agevole. L’obiettivo invece è il mio adorato FUJINON XF23mmF1.4 R, per me rappresenta un “razor sharp”, come direbbe il mio maestro Harry de Zitter. È un “vetro” la cui particolare definizione lo rende unico e imprescindibile. Non manca mai nel mio lavoro: è perfetto sia per situazioni come questa che nel reportage e nelle foto di eventi, soprattutto se abbinato agli altri due obiettivo che adoro: XF16mmF1.4WR e XF35mmF1.4 R.

Questa triade – per me ancora imbattibile sul mercato – è uno dei motivi per cui considero l’attrezzatura FUJIFILM la miglior in termini di KIT di lavoro.»

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