Luciano Gaudenzio (Italy)

“La bellezza misteriosa di un paesaggio non dipende dalla sua estetica e nemmeno dalla sua potenza, ma dall’infinità di storie che là dentro potrebbero avvenire e coinvolgerci”.

Storie che vanno scoperte e raccontate con passione, cercando di entrare in connessione con l’ambiente, sforzandosi di capire come ti parla e cosa ha da dirti, apprezzandone le sensazioni e le emozioni che suscita e trovando il modo di comunicarle ad altri, non perdendo mai di vista un aspetto fondamentale che deve esserci in ogni rapporto, il rispetto.

Da qui la volontà dell’autore di (ri)scoprire attraverso la macchina fotografica il paesaggio, per celebrarne bellezza e varietà, ma soprattutto per sensibilizzare il grande pubblico verso la sua salvaguardia e protezione.

LUCIANO GAUDENZIO nasce a Pordenone nel 1969. Laureato in Economia aziendale, lavora da diversi anni come fotografo e direttore della fotografia specializzato in reportage naturalistici e di promozione del territorio. Sue immagini sono apparse sulle copertine e negli articoli delle più rinomate riviste nazionali ed estere, tra cui National Geographic, GEO, Condé Nast Traveller, oltre ad essere autore di diversi volumi fotografici. Le sue immagini sono state premiate e segnalate in alcuni dei più importanti concorsi fotografici di settore, tra cui il primo premio, sezione paesaggi, nel più importante concorso fotografico di natura al mondo, il Wildlife Photographer of the Year 2020. Decine le mostre personali realizzate in Italia e all’estero e le partecipazioni a mostre collettive, quale la prestigiosa “Wonders of nature. The intelligence of creation”, sulla vita animale e vegetale nel mondo, organizzata dal Gasometer Museum di Oberhausen in collaborazione con la rivista GEO.

Negli ultimi anni in particolare si è dedicato alla realizzazione di sette grandi progetti, “Vaia, il futuro delle foreste nelle Alpi”, progetto fotografico dedicato alle foreste conseguente alla tempesta Vaia (2018-attuale), “L’Altro Versante”, progetto per (ri)scoprire attraverso il mezzo fotografico il patrimonio naturale italiano e le montagne, in particolare, per celebrarne la varietà e la bellezza, e in ultimo sensibilizzare il grande pubblico per la loro salvaguardia (2014-attuale), “Le montagne incantate” collana di volumi sulle montagne italiane edita dal National Geographic e dal Club Alpino Italiano (2019-20)“, “I custodi del Territorio” web-serie (2016-attuale), “Cent’anni dopo: ricordi di guerra, sguardi di pace” (2017-2018), “Alpi Giulie, montagne senza confini” che racconterà tramite reportage completi, non solo naturalistici, la nuova riserva mondiale dell’Unesco che si estende tra l’Italia e la Slovenia, e infine “Gea Pulse, visioni del cambiamento” centrato sui cambiamenti climatici e le conseguenze sull’ambiente della Terra.

È inoltre fondatore e fotografo dell’agenzia fotografica PHOTOFVG, specializzata in fotografia e reportages legati al paesaggio e al turismo.

La mia esperienza con FUJIFILM

Da sempre, le scelte più importanti della mia vita sono state guidate dal senso di curiosita’ e meraviglia per la natura. Con il tempo questa passione è cresciuta e ha fatto nascere in me l’idea (e la voglia) di condividere con gli altri, rendere senza tempo queste emozioni. È stato quindi naturale che rapidamente mi avvicinassi al linguaggio delle immagini che poi nel tempo è diventata una professione. Fare questo lavoro, fotografare la Natura, mi affascina e mi sorprende. Una piccola variazione di luce, il tempo che cambia, un angolo leggermente diverso di ripresa, rendono completamente diverso il soggetto che stai fotografando. E poi, il luogo che, ogni volta, ci racconta una storia diversa. Nella mia fotografia, in particolare nel paesaggio, la composizione e i dettagli da sempre sono fondamentali. Quando scattavo con la pellicola ero affascinato dalla possibilità di avere una macchina che mi garantisse, in una porzione di pellicola più grande, maggiore qualità e capacità di riproduzione dei dettagli. Da qui, la mia scelta del medio formato che poi è venuta meno con il passaggio dalla pellicola al digitale. Quando poi sul mercato è comparso il sistema GFX, ovvero una medio formato digitale, non ho avuto dubbi che quello fosse il sistema più adatto alla mia fotografia. Un sistema infinitamente più “agile” di quello che avevo utilizzato nella pellicola, meno pesante e ingombrante, ma in grado di cogliere molti più dettagli e restituirmi quella tridimensionalità che, abbandonando la pellicola, mi sembrava aver perso. E poi, la necessità interiore del ritorno ad una fotografia più meditata, una fotografia “lenta” capace di guardare oltre e di interpretare ciò che il paesaggio vuole ogni volta svelarmi e raccontarmi, dal più intimo dettaglio agli spazi più sconfinati.

Attrezzatura

  • GFX 50R
  • X-T3
  • GF23mmF4 R LM WR
  • GF120mmF4 R LM OIS WR Macro
  • GF32-64mmF4 R LM WR
  • GF100-200mmF5.6 R LM OIS WR
  • GF1.4X TC WR
  • XF23mmF1.4 R
  • XF60mmF2.4 R Macro
  • XF200mmF2 R LM OIS WR
  • XF16-55mmF2.8 R LM WR
  • XF50-140mmF2.8 R LM OIS WR

Gallerie