14.03.2024

GFX100: Sperimentazione e liberazione x Federica Belli

La giovane autrice Federica Belli si racconta, condividendo alcuni aspetti intimi della sua professione attraverso parole sincere e immagini uniche.

Fin dall’età adolescenziale ho avuto un unico sogno totalizzante: diventare fotografa. È di fronte alla domanda “che cosa significa essere fotografa?” che mi trovavo a tentennare. Per questo, dopo un’infanzia nella campagna ligure passata tra i libri e la natura intorno casa, ho deciso che mi sarei trasferita a Milano per conoscere più da vicino la fotografia italiana. O almeno provarci. E l’ho fatto con un piano B tra le mani, studiando Economics and Business all’Università Bocconi. Da lì a poco, inizialmente grazie al concorso Master of Photography prodotto da Sky Arte e successivamente all’incontro con Oliviero Toscani, che mi ha insegnato tutto ciò che all’epoca desideravo scoprire sulla fotografia, ho capito pian piano cosa realmente volesse dire essere una fotografa. Ma soprattutto, ho capito di volerlo essere per davvero. Da quel giorno il mio focus principale è diventato tentare di fotografare la percezione: la mia, quella di sconosciuti, amici, di creature non umane. Ogni progetto è una domanda, un’ossessione, riguardo a come una creatura X percepisca un determinato aspetto della sua vita.

GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/1250s | F4 | ISO 160

Formazione artistica e fotografica

Il mio amore per la fotografia nasce attraverso i libri e la letteratura. Ma prima ancora, tutto è deriva dall’amore per la vita in toto. Durante l’infanzia, in particolare, ero innamorata della bellezza del dettaglio, a partire dall’immaginare i mondi di cui leggevo per poi ritrovarli nel giardino di casa. Avevo undici anni, non mi interessava molto socializzare né giocare al parco. Osservavo quotidianamente i fiori e le piante attraverso l’obiettivo della fotocamera a pile di papà. Poi l’adolescenza mi ha portata a interessarmi ai miei coetanei, ma ero troppo timida per avvicinarli. È lì che ho pensato di utilizzare la fotografia per proporre loro uno scambio: una fotografia in cambio del loro tempo, da soli con me. E attraverso la fotografia che sono cresciuta, mi sono inserita in un mondo che ai miei occhi pareva troppo aggressivo.

GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/4000s | F4 | ISO 160

La prima vera formazione mi è piovuta tra le mani nel partecipare al contest Master of Photography, che è andato in onda su Sky Arte. Essendo la più giovane e inesperta, con curiosità da vendere, sono divenuta la naturale destinataria di riviste fotografiche, libri d’autore, consigli dai più grandi. Da lì è nato tutto. Uno dei tre giudici, Oliviero Toscani, mi ha accolta a Fabrica come apprendista. Mi ha affidato la sua fiducia e stima, il dono più importante, ma anche i mezzi e l’ambiente per poter sperimentare e dare vita ai miei primi progetti. Mi ha mostrato il valore dell’immediatezza, dell’audacia e della sincerità nel lavoro. Poi mi sono ritrovata a New York, al fianco del ritrattista Chris Buck, che mi ha insegnato molto della vita d’artista: l’imprevedibilità, la resistenza, la determinazione. Il ruolo di photo-editor presso Musée Magazine mi ha permesso di entrare nelle gallerie d’arte newyorkesi con un pretesto, con un ruolo, conoscendone così i retroscena e il funzionamento.

GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/200s | F13 | ISO 100

Al rientro in Italia, preparare il TED Talk mi ha portata a chiarire ciò che davvero sta al centro della mia ricerca fotografica – aspetto che fino ad allora era stato piuttosto fumoso. Durante il COVID, il lavoro freelance per Sky Arte e per Scuderia Ferrari come fotografa documentarista ha reso evidente tanto la necessità di saper rispondere a ciascuna tematica con un linguaggio visivo adeguato, quanto la necessità di saper stare al proprio posto al momento opportuno.

Paradossalmente, la formazione accademica è giunta soltanto successivamente alla formazione sul campo. Dopo aver iniziato a esporre nelle principali fiere di fotografia europee (che peraltro sono divenute una delle fonti principali di scoperta e formazione artistica per me), ho iniziato a sentirmi in un certo senso fuori luogo per non aver mai davvero effettuato studi artistici. È allora che ho frequentato i corsi di Storia della Fotografia e di Arte Contemporanea alla Scuola del Louvre.

GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/60s | F4 | ISO 200

 

Fotografia come medium: prime percezioni verso il mondo FUJIFILM

Fin dai primi giorni in fotografia sono stata fermamente convinta che la fotocamera sia un ausilio, un supporto tecnico al talento e alla unicità del punto di vista del fotografo. Un qualcosa di necessario ma sostituibile, insomma. Sono presto stata costretta a cambiare idea, seppur per motivi diversi da quelli che avrei potuto immaginare. Agli inizi, in effetti, non è davvero importante l’aspetto tecnico. Ma con lo sviluppo della propria sensibilità, il fotografo si trova a sviluppare il proprio lavoro in modi lievemente diversi a seconda della fotocamera che ha tra le mani. Dopo essermi trasferita a Parigi mi sono trovata a confrontarmi con molti giovani fotografi, più o meno vicini al mio linguaggio fotografico. Proprio in occasione di una serata di incontro con fotografi, perlopiù amici di amici, mi sono trovata tra le mani una GFX100 per la prima volta. Per di più, con la simpatica aggiunta di mirino basculante. È stato amore a prima vista. “Provala!” Ricordo ancora: ho fotografato una fotografia, la fotografia di un cielo stellato.

Il colore, denso e vivo come non mai. La risoluzione senza precedenti, per un occhio che mai aveva provato una fotocamera medio formato.  Ma soprattutto, la sensazione tra le mani: la sensazione non più d’essere una ragazza che fotografa, ma di essere Fotografa.

GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/1250s | F8 | ISO 200

Il sistema Large format: GFX100

La prima sensazione di qualità si ha già pensando all’ergonomia, dal primo momento in cui si impugna la GFX100. Il materiale, l’equilibrio nella distribuzione del peso. Ma ciò che è davvero cambiato nella mia pratica fotografica sono due aspetti. Primo, l’approccio al fotografare: non più decine e decine di fotografie per cercare quella più vicina alla perfezione possibile, ma piuttosto un approccio analogico, una ricerca della composizione ideale prima di premere l’otturatore per la prima volta. Secondo, la possibilità di stampare in grande formato.

Nell’ultimo anno alcuni collezionisti hanno iniziato a richiedermi formati oltre il metro, il che mi ha naturalmente portata a considerare l’idea di vedere il mio lavoro in nuove dimensioni. Ho presto scoperto il limite di ingrandimento della mia precedente mirrorless. Questo è stato uno dei principali motivi che mi hanno spinta a ricercare nuovi mezzi fotografici.

Da quando utilizzo GFX100 posso finalmente sperimentare con stampe di dimensioni oltre i due metri. Pura gioia. Lavorando spesso sull’autoritratto, nell’uso quotidiano della fotocamera mi trovo spesso a sfruttare lo scatto a distanza tramite X App di Fujifilm, che mi permette di scattare fotografie tramite il cellulare e di regolare i parametri di scatto tramite Wi-fi. Nel fotografare, inoltre, trovo particolarmente comoda la gestione del diaframma da obiettivo, a complemento delle ghiere ISO e tempo di esposizione.

Sebbene trovi che la qualità di GFX100 sia già senza precedenti, mi incuriosisce l’idea di testare la sua nuova versione, GFX100 II, per scoprirne il funzionamento nel collegamento wireless e nella rapidità di scatto.

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GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/1250s | F9 | ISO 100

Curiosità e sperimentazione

La mia pratica ha due obiettivi principali: continuare a stupirmi rispondendo alla mia curiosità, piuttosto che rimanere nel comfort di “ciò che funziona” e, nel farlo, avvicinarmi sempre più a una purezza e consapevolezza di linguaggio che mi permettano di esprimere sinceramente il nocciolo della realtà che esploro. Qualunque sia la domanda che mi pongo, spero di spingermi al suo centro e di raccontarlo con la forza espressiva a cui soltanto una ricerca ostinata e disciplinata possono portare.

Ogni mio progetto è il tentativo di trovare risposta a una domanda ossessiva, che mi assilla per una fase della vita. Non sempre riesco a trovarvi risposta, ma sicuramente ne documento la ricerca.

In questo momento mi sto avvicinando a una ricerca sempre meno legata alla vita del singolo in società e piuttosto riferita alla relazione tra il singolo umano e il mondo naturale. Nei progetti in mostra prossimamente, tento di tradurre visivamente la consapevolezza che noi umani non viviamo nella natura: siamo a tutti gli effetti natura. Assecondando un’altra ossessione recente, radicata in realtà in un’abitudine della mia infanzia in Liguria, mi chiedo quale sia la percezione che si ha di quei mondi a noi inaccessibili. Intimorita dall’avvicinarmi a una tematica così ampia e complessa, ho iniziato a esplorarla al contrario: come viene percepito il mondo nostro da creature altre? Tramite fotogrammi, immergendo la carta fotosensibile nell’acqua oceanica durante la notte, esploro come le creature marine osservino il cielo stellato e la luce lunare, a noi così familiare, attraverso le onde. E chissà quale sarà la prossima ossessione! Non ho sperimentato con la luce di un flash, sarebbe interessante vedere cosa può venir fuori aggiungendo un flash al corpo GFX100. Troppo curiosa?

  • GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/400s | F10 | ISO 500

  • GFX100 | GF32-64mm F4 R LM WR | 1/160s | F13 | ISO 1250