15.11.2019 FUJIFILM

X-Pro3 Stories #4 Love of Photography

È una domanda ricorrente da quando X-Pro3 è stata annunciata per la prima volta: perché non c’è il display sul retro?

Non sarebbe meglio avere a disposizione il monitor? Essendo una fotocamera di un certo valore capiamo l’esigenza di dare questa possibilità. 

Gli X-Photographers che abbiamo interpellato su questa questione durante lo sviluppo erano certamente scettici. Questo dovuto dal fatto che erano abituati ad inquadrare osservando il display sul retro della fotocamera e dubitavano che avrebbero avuto lo “stoicismo” per tornare a inquadrare dal mirino.

“stoicismo”?
Questo termine ci era sembrato esagerato. Chiedevamo davvero loro qualcosa di così impossibile? Ma sono fotografi professionisti e le loro opinioni indicavano che avremmo dovuto prepararci ad un certo livello di resistenza.

Naturalmente, questo problema è stato molto discusso anche all’interno di Fujifilm e spesso abbiamo avuto riscontri negativi anche all’interno della divisione. C’era comunque un certo grado di fiducia tra i progettisti del prodotto, in parte basato sulla loro passione per i mirini e la qualità che offrono. Dov’era l’emozione che provavamo prima degli smartphone – in realtà, prima delle fotocamere digitali – quando la fotografia era più un’attività di nicchia? Perché a quei tempi provavamo un brivido senza nemmeno premere il pulsante di scatto?

Alla fine, i dubbi degli X-Photographers sono stati fugati una volta sperimentato il prodotto finale. “Temevo di aver perso la sensibilità, ma non ho avuto alcun problema” e “Queste foto sono tra le migliori che ho scattato di recente; era come se fossi tornato indietro ai giorni in cui mi avvicinavo al mio lavoro con più passione”, sono solo esempi delle risposte che abbiamo ricevuto da diverse persone. Un fotografo ha persino affermato di non sentirsi più obbligato a controllare ogni singola foto subito dopo lo scatto.

I commenti come questi hanno sicuramente fatto un certo effetto, ma siamo rimasti ancora più colpiti dalla gioia nelle loro voci. I sentimenti che esprimevano non nascevano da semplici questioni filosofiche riguardanti l’ortodossia o la correttezza dell’inquadratura degli scatti nel mirino, ma erano radicati nella gioia che provavano nel fotografare.

Quello che abbiamo dedotto era che combinare un mirino ibrido ad un monitor nascosto poteva dar modo ai fotografi di riprovare la passione data dall’osservare la scena da un mirino, lasciandogli la possibilità di utilizzare il monitor quando necessario. 

Lo slogan per X-Pro3 è “Pure Photography”, ispirato tenendo presente lo slogan “puro sport” dell’industria automobilistica. Trovo interessante che le auto non si qualifichino solo per l’etichetta “pura sportiva” riferito alla sola velocità. Maneggevolezza e prestazioni non sono sufficienti: se l’auto non dà gioia al guidatore, il suo fascino e il suo status di lusso sono messi in discussione.

Le fotocamere possono servire come dispositivi di registrazione o come un modo per dare libero sfogo alla nostra creatività. Le auto “sportive pure” non sono le uniche auto al mondo. Quello che possiamo prometterti oltre ogni dubbio è che scattare foto con l’X-Pro3 è sia divertente che cool.