
“Esistono luoghi ai quali apparteniamo. Non sappiamo spiegarne la ragione, semplicemente quando li incontriamo li riconosciamo. E allora possiamo anche partire e non tornare mai più, ma una parte di noi resterà̀ sempre lì̀. Io che parlo di «non appartenenza», di dislocazione, io che della mia vita ho fatto
un viaggio e il viaggio è l’unico modo che conosco per vivere, sento l’Artico come casa. Il mio punto di scomparsa: in mezzo a tutto quel bianco non sono che un puntino minuscolo. Posso perdermi all’orizzonte, posso allontanarmi, continuare a camminare un passo dopo l’altro in una perenne ricerca.”
Così si legge nell’introduzione de I Nascosti, il libro fotografico in cui Valentina Tamborra ha racchiuso la sua trilogia dedicata al popolo dei Sami. Quattro anni di lavoro, viaggi e ricerche che ha come origine il ritrovamento di un senso di appartenenza, di riconoscimento.

per raggiungere il fuoco sacro inizia poche ore prima di mezzanotte. Centinaia di persone si travestono da demoni e formano una processione. Non è permesso a chi non è mascherato di partecipare, pena un vero e proprio attacco. Uomini e demoni infatti non devono mescolarsi.
“Sono arrivata oltre il Circolo Polare Artico, nel Finnmark, per ascoltare la storia di chi per troppo tempo non ha avuto voce. Oggi provo a restituirla attraverso volti, parole, immagini, e non so se riuscirò̀ a farlo nel modo migliore perché́ parlare delle storie altrui è complesso, ci si sente sempre in qualche modo inadeguati.
C’è qualcosa però che mi fa sentire di poterci provare: vengo da un confine io stessa, ho imparato ben presto cosa significa stare ai margini. Ho perso la lingua di mia nonna, lo sloveno, e con la lingua ho perso una parte di me, perché se non sai dirlo allora forse non esiste o non è mai esistito.

I Sami sono una popolazione indigena che oggi conta circa 80mila persone. Non esiste un censimento sicuro e oggi vivono divisi dalle frontiere di quattro stati – Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia –in un’area da loro chiamata Sapmi.
I nativi di queste zone sono comunemente definiti «lapponi». Il termine però, aveva inizialmente una valenza dispregiativa in quanto la parola svedese «lapp» stava a indicare una «toppa, pezza».
Solo nel 1989 è stato istituito un parlamento sami della Norvegia, in riconoscimento dei loro diritti. L’edificio è stato costruito nella città di Karasjok e la sua architettura ricorda la forma di un lovvo, ovvero una tenda (abitazione tradizionale dei Sami dediti all’allevamento delle renne), pur essendo moderno e all’avanguardia.
E se tra il 1850 e il 1970 infatti, il popolo sami ha subito quella che è stata chiamata «norvegesizzazione» con un processo che li ha portati a non poter parlare la propria lingua, assumere un cognome norvegese e vedersi strappare le loro terre, oggi è una politica di green economy che non sempre tiene conto dei loro diritti a rischiare di cancellare la loro cultura.”

“Non temo il bianco.
Non temo il silenzio.
In quell’assoluto io mi ritrovo.
Ed è in quell’assoluto che ho incontrato altri simili a me.
Viaggiatori silenziosi, esploratori di mondi,
uomini e donne che hanno saputo resistere a chi avrebbe voluto cancellarne l’esistenza.”

“Ho dedicato quattro anni al mio lavoro fra e con i Sami e ogni ritorno è stato un piccolo passo avanti. Non è scontato infatti, essere accolti in una comunità che ha subito tanto dolore e ingiustizie ma nel tempo ho creato legami, amicizie che durano tutt’ora. L’unico modo per entrare davvero a contatto con qualsiasi realtà è l’ascolto: essere presenti, completamente aperti all’altro e a ciò che ha da dirci, sospendendo per un po’ la nostra “visione”, il nostro “giudizio”.
Per lavorare nell’estremo nord del mondo, le fotocamere Fujifilm si sono rivelate da subito ottime alleate. Ho iniziato il progetto con una FUJIFILM X-T2, per poi passare alla FUJIFILM X-T3 e infine a FUJIFILM X-T4. Inoltre, ho utilizzato la mirrorless medio formato FUJIFILM GFX 50S. Tutte le fotocamere hanno ottimamente resistito al clima rigido e alle condizioni estreme dell’artico. Unica accortezza: una bella scorta di batterie!
La velocità e la portabilità delle fotocamere mirrorless mi hanno consentito di seguire i pastori nomadi durante la transumanza senza dover trasportare peso eccessivo ed essendo dunque agile e veloce, mentre GFX 50S mi ha regalato ritratti stupendi, con una nitidezza e dettaglio straordinari.
Ho poi accompagnato le immagini digitali con le istantanee in formato WIDE: mi piace sempre infatti restituire qualcosa alle persone che concedono del loro tempo e condividono con me la loro storia.”

“E a proposito di storie, certo ne avrei mille da raccontare (e molte sono racchiuse nel libro che ho pubblicato) ma voglio ricordare un aneddoto in particolare.
La prima volta che ho visto l’aurora boreale nella tundra: verde, meravigliosa, danzava veloce nel cielo. Ciò che mi ha emozionata però è che prima di vederla, ho potuto sentirla arrivare. Un ronzio, come una scarica elettrica, ed ecco accendersi il cielo notturno con questa meravigliosa luce verde. Ci ha seguito mentre viaggiavo in motoslitta con un pastore sami ed è stato come vivere un sogno.”

I Nascosti fa parte di una trilogia sull’artico, la “trilogia del silenzio”. Iniziata alle isole Svalbard, proseguita con il racconto delle Isole Lofoten e del legame con l’Italia e poi arrivata nel Finnmark, la trilogia è il mio tributo a un luogo magico, misterioso e delicato. Un luogo fragile, un luogo maestoso che dobbiamo proteggere.
Nel contesto del Festival Fotografico Europeo 2023, un’anteprima del lavoro – dal titolo AHKAT-TERRAMADRE – è stata esposta al Photosquare di Milano Malpensa, grazie al coinvolgimento di Sea Aeroporti e a Claudio Argentiero, direttore artistico del Festival.
il Festival ha portato in mostra 19 fotografie stampate su carta Fujicolor Velvet, che sono state fruibili da milioni di visitatori e viaggiatori durante la stagione primaverile ed estiva.
Ora, il progetto prosegue il suo viaggio. Forse è questa la vera forza del reportage: essere un genere nomade, fatto per proseguire il proprio viaggio ben oltre il luogo dove è nato.
