16.03.2022 Gianluca Colla

"The White Continent" x Gianluca Colla

Gianluca Colla

Gianluca Colla is a photographer and videographer, dedicating his life telling meaningful stories in images. He captures a changing and evolving world, giving emphasis to smaller, unknown stories, trough a colorful, strong and vibrant imagery.
His artistic journey has led him to some the most beautiful and desolate areas of the world, joining expeditions in the Amazon, the Arctic and the Antarctic Circle, India, Costa Rica and Iceland to name but a few.
He’s member of National Geographic Creative agency and his work has been published, among others, in the National Geographic Magazine, The Washington Post, The New York Times, Bloomberg News. His clients list include ad agencies, non-profit organizations and magazines such as Apple, Canon, Fujifilm, Estée Lauder, Zegna, National Geographic Magazine, Condè Nast,
An international speaker and teacher, Gianluca is a Photography Expert for National Geographic Expeditions, holds reportage classes at European Institute of Design and has lectured to major international photography events (Photokina in Germany, CP+ in Japan, Toscana Photographic Workshop in Italy).
He never leaves home without his Fujifilm cameras, and when not on the field, Gianluca can be found around the Swiss Alps hiking with his wife and his two (objectively) beautiful boys, or eating foundue and raclette in a local chalet.

Posso sicuramente mettermi nella categoria dei viaggiatori fortunati, visto che ho avuto la possibilità di visitare più volte il Continente Antartico. Alcuni dei miei colleghi e amici sicuramente mi invidiano fortemente per questo!
Nel mio ultimo viaggio ho affrontato una sfida diversa e sono andato a sud (verso sud) con il Sistema GFX. Normalmente porto il mio fidato Sistema X, ma ho voluto sfidare il sistema GFX in uno scenario abbastanza dinamico e complesso: si trascorrono giorni saltando da una nave rompighiaccio a un gommone Zodiac che si fa strada tra onde giganti e ghiaccio marino, quindi dallo Zodiac verso alcuni iceberg più grandi o una costa rocciosa circondata da grossi pezzi di ghiaccio. Aggiungi al mix un po’ di vento che soffia da ogni direzione, onde, schizzi d’acqua, attrezzatura lanciata dentro e fuori da uno zaino o, peggio ancora, lasciata appesa al collo ed esposta agli elementi naturali.

Una classica situazione “live-or-die”. Credimi, ho visto diverse fotocamere andare in tilt e cedere totalmente alla forza della natura… ma non le mie!
Nel mio caso, anche questa volta, non un solo guasto. Il sistema GFX è così affidabile e resistente che non solo non ho avuto problemi nell’usarlo, ma anche nell’abusarlo. Ho portato con me una GFX100S, una GFX50S II e alcuni obiettivi come il GF32-64mm, il GF100-200mm e alcune ottiche fisse come il GF250mm e il GF23mm. Sostanzialmente un corpo per le ottiche più wide (per lo più il GF32-64 sempre montato e a volte il GF23mm) e l’altro corpo per la gamma tele (GF100-200mm di serie e GF250mm per un avvicinamento maggiore).

In termini di usabilità siamo al top. Come ho già affermato in altre circostanze, non c’è nulla sul mercato nella stessa categoria con prestazioni a questo livello. Possiamo anche fare un ulteriore passo avanti affermando che qui, in termini di velocità operativa, gareggiamo nella stessa categoria della maggior parte delle DSLR e delle mirrorless.
Quindi, in altre parole, abbiamo a che fare con un sistema che unisce alla qualità da studio una versatilità mirrorless. Possiamo dire quello che vogliamo, ma non sono a conoscenza di nient’altro attualmente esistente che offra questo dualismo…

GFX100S - Fujinon GF250mm F4 R LM OIS WR

Ma concentriamoci per un secondo sulla qualità dell’immagine. Non si tratta solo di pixel, come vedremo tra poco. Sì, ci sono un sacco di megapixel, oltre 100 in un caso e oltre 50 nell’altro, ma personalmente questa è l’ultima delle mie preoccupazioni… (sono l’unico ad affermare una cosa del genere?) Qui siamo di fronte a una gamma dinamica, una resa cromatica, una nitidezza e uno spazio colore che non hanno eguali. C’è qualcosa nelle immagini prodotte da questa fotocamera che urla bellezza, dettagli incredibili sia nelle alte luci sia nelle ombre, che urla di meraviglioso bokeh. Sì, perchè questo grande sensore (circa il 70% più grande di un full frame) rende le aree nitide e sfocate in un modo completamente diverso da quello a cui siamo abituati.

È un qualcosa che è stato chiamato effetto cinematografico, una sorta di spazialità che non si può trovare in un sensore più piccolo. Il modo in cui i piani focali si caratterizzano e allo stesso tempo si fondono insieme è davvero unico. Per quanto possa sembrare un paradosso, c’è una sorta di nitidezza e morbidezza che coesistono nello stesso frame. Ciò che davvero mi stupisce e ciò che fa davvero risaltare le immagini da tutto il resto, è il modo in cui la parte più nitida dell’immagine passa a quelle più sfocate. Semplicemente stupefacente!

Il colore è l’altro punto davvero unico di questa fotocamera. Ho la sensazione che GFX renda più colore di quanto sono abituato a vedere nella fotografia digitale e, ancora una volta, si tratta di una questione di transizione. Il passaggio tra un colore e l’altro è naturalmente morbido e con tante gradazioni in più! Sono un X-Photographer e quello che scriverò ora potrebbe sembrare una sorta di propaganda, ma sono davvero sincero: non ho mai visto o almeno avuto in mano un’altra fotocamera che producesse la stessa qualità dell’immagine. Ovviamente l’occhio e la composizione non possono essere sostituiti con quello che essenzialmente è uno strumento, ma in termini di pura qualità (e dimensione) dell’immagine siamo su un altro pianeta.

Quindi che cosa si può fare a questo punto per rendere ancora più piacevole la nostra vita di fotografi? Che ne dici di uno stabilizzatore interno a 5 assi che può darci fino a 6 stop di stabilizzazione? Questa è la parte fotografica. Poi abbiamo la parte video! Perchè Fujifilm non solo ha creato la fotocamera più piccola con la migliore qualità dell’immagine, ma ci dà anche la possibilità di registrare un fantastico 4k a 25 fps (per GFX100S, i possessori di GFX50S II devono accontentarsi di un 1080 a 25 fps).

E questi numeri per me sono importanti quanto i megapixel. Ciò che conta davvero è che i corpi macchina possono trasferire video RAW su un registratore esterno e nella fotocamera troviamo tutti i controlli che ci aspetteremmo da una videocamera: pattern zebra, scelta del codec, registrazione f-log, tally light, controlli del codice SMPTE, Touch AF e così via… Un pratico interruttore sulla parte superiore del corpo consente di passare rapidamente dall’immagine fissa a quella in movimento, e voilà, la magia si realizza.
E quando girerai il tuo prossimo capolavoro non dimenticare che tutto ciò che ho scritto relativamente alla bellezza dell’immagine fotografica si applica anche alle immagini video, in modo che l’effetto tridimensionale, quell’incredibile bokeh insieme a quell’elemento super nitido che caratterizzano la tua immagine possano diventare parte del tuo prossimo Oscar!

Gianluca Colla