Madagascar: un viaggio da sogno per un fotografo naturalista

Avevo sognato un viaggio in Madagascar per anni, affascinato dalle immagini dei lemuri e dei camaleonti, dai racconti di un paradiso naturale in cui non esistono (o quasi) predatori e quasi ogni specie di animali e piante è endemica e spettacolarmente unica. Era il 2011 quando riuscii per la prima volta a coronare questo sogno. Fu l’inizio di una vera e propria storia d’amore. Da allora e per molti anni ho fatto spesso 2-3 viaggi l’anno nella meravigliosa isola. Ancora oggi non mi stanco di ritornarci perché ogni visita ed ogni singola escursione nella giungla riserva nuove sorprese.

Il nostro Pianeta è meraviglioso per come sa offrirci una incredibile varietà di colori, linee, geometrie, comportamenti. Quando viene lasciato libero di evolvere, come accaduto in Madagascar, il risultato è un caleidoscopio di bellezza che fa girare la testa. Le rane coloratissime, gli occhi ipnotici dei camaleonti, i lemuri dallo sguardo umano. Tutto ciò concorre a farci innamorare della bellezza della Natura, che in questo luogo più che altrove ha potuto svilupparsi in tutta il suo armonioso splendore. Negli anni ho imparato ad apprezzare sempre di più la straordinaria umanità e semplicità del popolo malagasy. Ho impressi nella mente decine di incontri emozionanti con persone semplici e umili ma ricche di umanità e calore.

L’occasione di tornare in questo luogo meraviglioso mi è data da un workshop fotografico che ho condotto nell’isola, il primo dopo la pandemia. Ho pensato subito che sarebbe stato un viaggio speciale perché avrei potuto sperimentare le ultime uscite nel settore medio formato Fujifilm, mettendole alla prova nella fotografia naturalistica e di viaggio.

GFX e Serie X: un’evoluzione nel tempo
Da molti anni lavoro con due kit distinti e paralleli: La Serie X per la fotografia wildlife e il sistema GFX per la fotografia di paesaggio. Il primo offre la compattezza, leggerezza, velocità di scatto e autofocus e il valore aggiunto offerto da un fattore di moltiplicazione fornito dal sensore aps-c. Queste caratteristiche, unite al fatto che i nuovi sensori x-trans si comportano molto meglio a iso elevati rispetto al passato, rende la serie X una scelta molto naturale nella fotografia di wildlife.

La gamma GFX ha un sensore medio formato con incredibile risoluzione, qualità e gamma dinamica, a fronte tradizionalmente di una minore velocità. Caratteristiche che hanno contribuito all’affermarsi di queste fotocamere mirrorless come il non plus ultra nel campo della fotografia di paesaggio, di ritratto e moda. Tuttavia queste classificazioni sono molto arbitrarie e già da alcuni anni la linea di demarcazione tra i rispettivi campi di utilizzo è assai sfumata. Già nell’ormai lontano 2018 scelsi per un reportage sulle scimmie blu della Cina, splendidi animali con colori sgargianti per i quali desideravo immagini profonde e dettagliate, l’attrezzatura medio formato che all’epoca consisteva in una fotocamera da 50Mp, FUJIFILM GFX50S e l’ottica GF250mmF4GF250mmF4 R LM OIS WR con moltiplicatore di focale 1.4X. I risultati furono così incoraggianti da aprire il campo alla fotografia naturalistica con medio formato, almeno nelle situazioni in cui la velocità dell’azione rendeva possibile raccontare la storia con una macchina all’epoca non velocissima.

Molta acqua è passata sotto i ponti e oggi, a sei anni di distanza, la nuova GFX100SII offre oltre ai suoi 100Mp di dettaglio, profondità e tonalità, la bellezza di 7 fotogrammi al secondo e un autofocus velocissimo che include il riconoscimento del soggetto anche per gli animali. In più abbiamo la possibilità di personalizzare i parametri di messa a fuoco, di utilizzare una nuova divisione in zone dei suoi 425 punti di autofocus, un viewfinder da 5.76 milioni di punti che offre un’ottima visibilità della scena e un lag praticamente inesistente, e una stabilizzazione sul sensore fino ad 8 stop. Insomma, dettagli tecnici a parte, è chiaro che siamo ormai al cospetto di una fotocamera matura per la fotografia di azione cui l’etichetta di “fotocamera da ritratto” o “fotocamera da paesaggio” sta decisamente stretta.
Anche sul fronte delle lenti ci sono stati importanti miglioramenti nell’ottica dell’applicazione del medio formato alla fotografia naturalistica con il nuovissimo GF500mm. La prima cosa che colpisce di questa nuova ottica è la compattezza e leggerezza. Dati tecnici su peso e dimensioni a parte, l’impressione è che non sia più ingombrante né pesante di un’ottica della Serie X come XF100-400mm. L’ottica GF500mm è WR (weather-resistant) come tutte le ottiche della serie GF, caratteristica indispensabile per chi fotografa nella giungla con pioggia e umidità, ed ha un autofocus velocissimo e una stabilizzazione fino a 6 stop. Ma tutte le caratteristiche tecniche sarebbero nulla senza la performance ottica, che in questa lente è straordinaria. Al pari delle altre lenti della serie GF abbiamo un obiettivo estremamente dettagliato e nitido, che sfrutta al massimo l’incredibile risoluzione del sensore GFX.


Kit Fujifilm ideale per la fotografia naturalistica
Il mio zaino per questo viaggio è pronto: la fotocamera GFX100SII, un secondo corpo backup (GFX100S). Come lenti c’è l’imbarazzo della scelta, ma sono costretto a fare dei compromessi: dovrò mantenere il kit il più leggero possibile avendo bisogno di muovermi rapidamente nella giungla. Inoltre il tempo a mia disposizione per cambiare lenti e scegliere la posizione ottimale per ciascuno scatto sarà limitato trattandosi di un workshop in cui sarò anche impegnato a seguire gli allievi. Decido di portare il nuovo GF500mmF5.6 R LM OIS WR al quale abbinerò l’ottica GF100-200mmF5.6R LM OIS WR, estremamente versatile come escursione focale, leggero e compatto. In un luogo come il Madagascar in cui la fauna è assai confidente e spesso si trova molto vicina mi sembra l’ottica ideale da portare con me nella giungla. Indispensabile poi un flash, EF-X500, da utilizzare come riempimento in situazioni ad alto contrasto e come luce principale nella fotografia macro.

Per quanto riguarda la fotografia macro ho con me l’ottica GF120mm macro ma anche dei tubi di prolunga da abbinare al GF100-200mm. Di nuovo, il meglio è talvolta nemico del bene: se non si ha la possibilità di portare tre obiettivi sul campo meglio avere dei tubi che consentano comunque di portare a casa uno scatto, sfruttando comunque l’estrema nitidezza e flessibilità del 100-200mm. Per completare il kit ho ancora bisogno di una lente per la fotografia di paesaggio e ritratto e la mia scelta cade sul fidato GF32-64mm che rappresenta da sempre la mia ottica preferita per fotogragare gli ambienti naturalistici.

GFX100SII nella giungla del Madagascar
L’esperienza di viaggio in Madagascar con medio formato si rivela incredibile. La qualità delle ottiche è fuori discussione e abbinate al sensore della GFX100SII offrono immagini con livelli di dettaglio mai visti prima. La tenuta ad alti iso è sorprendente, come pure la facilità di utilizzo in situazioni dinamiche e complesse come la fotografia di wildlife nella giungla. L’autofocus è puntuale e l’esperienza di scatto fornita dal riconoscimento e tracking automatico del soggetto, animali inclusi, restituisce la totale libertà di concentrarsi sulla composizione senza dover bloccare la messa a fuoco e ricomporre continuamente. Un altro mondo rispetto al passato, una facilità di utilizzo che libera il fotografo da noiose incombenze tecniche lasciando spazio alla creatività.

Quello che resta soprattutto di questa esperienza è l’impressione che si sia definitivamente superato il pregiudizio che il sistema GFX sia adatto solo a fotografia “in posa”. Siamo di fronte ad un sistema maturo per la fotografia di azione e di wildlife, in cui compattezza e velocità si accompagnano ad una straordinaria qualità, che restituisce dettagli, gamma dinamica e una “pienezza” dell’immagine possibile solo con sensori More than full-frame.
