07.06.2019

Personal Best vol.24 | Alex Liverani

Attrezzatura

Story

Scegliere una propria foto per un fotografo non è semplice. Siamo legati alle nostre immagini quasi come fossero i nostri figli, ed esprimerne una preferenza tra esse, risulta praticamente impossibile. Ho così pensato che sceglierne tre forse sarebbe stato più facile. Ma anche questa scelta è finita per essere tutt’altro che semplice. Prima di spiegarvi però il motivo della mia scelta credo sia necessario fare una premessa.

Tre palline colorate unite tra di loro da un bacchettino di legno, diventano il più conosciuto dolce giapponese: il DANGO.

“Hana yori Dango“

Questo è un proverbio giapponese che letteralmente significa “meglio i dango dei fiori”. L’espressione viene usata in riferimento alle persone che frequentano l’Hanami, l’usanza di godersi la bellezza dei fiori, specialmente durante la stagione di Sakura, in occasione della fioritura dei ciliegi. Tuttavia, le persone sembrano essere più interessate a mangiare i dango che apprezzare la bellezza dello spettacolo floreale.
Quest’espressione è indice inequivocabile della praticità del popolo giapponese, che attribuisce un valore più importante alla sostanza rispetto all’estetica.

Con il Libro “DANGO”, ho cercato di creare un’indagine visiva sul Giappone, con l’intento di mettere in discussione questo proverbio, creando una sequenza nella quale contenuto e forma estetica assumano uguale importanza.

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 Un susseguirsi incalzante di trittici, nei quali immagini apparentemente scollegate tra di loro, trovano una forte connessione, come del resto accade per le tre palline colorate del dango.

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Ho vagato per le strade di Tokyo e Kyoto con al collo la mia X100F e la mia X100T, alla ricerca di tutto e di niente.  

 

L’ultimo giorno di permanenza a Tokyo, ero in aeroporto in attesa dell’aereo che mi avrebbe riportato in Italia, trovo in tasca un biglietto della metropolitana che avevo usato i giorni precedenti per spostarmi dell’intricata capitale giapponese. Inizio a giocare con quel biglietto piegandolo e ripiegandolo. Ad un tratto mi fermo colto da un intuizione. Il biglietto è piegato in tre parti. Sarà quella la struttura del mio libro. E così quello è diventato il concept del mio progetto editoriale, volevo che il libro non finisce per essere solo il contenitore delle immagini stesse ma anche e soprattutto la
forma estetica con cui valorizzarne il contenuto.

Bene. Ora che vi ho raccontato tutto questo, posso dirvi il motivo per cui ho scelto il trittico con le tre immagini accumunate dalle cromie gialle e azzurre. Credo che quello sia il trittico che meglio possa rappresentare la mia visione del Giappone, un paese rigoroso, preciso, ordinato. Al centro del trittico, l’unica carta, probabilmente di un biscotto, che ho trovato a terra per strada. Per me costruire trittici significa creare armonia estetica, compositiva, cromatica, ma anche attribuire un significato ad una situazione ipotetica, inventata in fase di editing. Mi piace immaginare che la persona con l’ombrello azzurro, abbia lasciato cadere per terrà la carta sotto gli occhi attenti della guardia, il tutto all’interno di un set dove la qualità spaziale e cromatica è prossima alla perfezione.


DANGO é vincitore dal JURORS’ PICK ai LensCulture Street Photography Awards 2018

DICONO DI DANGO:
CHRISTY HAVRANEK. DIRECTOR OF PHOTOGRAPHY – Huffington Post
ALEX LIVERANI HAS CREATED A STRIKING SERIES OF TRIPTYCHS, EACH FILLED WITH STOLEN MOMENTS CAPTURED AROUND JAPAN. THIS WORK IS BOTH WHIMSICAL AND GROUNDED IN TONE. WITH CLEVER FRAMING AND MASTERFUL EDITING THAT NEVER FEELS CONTRIVED, EACH TRIPTYCH CAN STAND ON ITS OWN OR LIVE WITHIN A RICH, EVOCATIVE SERIES. THAT, TO ME, IS A RARITY.

Se vuoi acquistare dango:
http://www.inquadra.org/projects/dango/