Max De Martino
Max De Martino è un fotografo di eventi, ritratto e di matrimonio.
Tra i suoi Clienti ci sono aziende del calibro di Chanel, AirBnB Beyond, Luxury Retreats, Vodafone. Da sempre si occupa anche di formazione tecnica e creativa. Per questo, oltre che essere un Fujifilm X-Photographer, è testimonial di diverse aziende del settore fotografico, come SanDisk, Cactus ed AlbumEpoca, oltre che essere il trainer italiano di Profoto.
Curioso e attento alle novità tecnologiche, appena può prende un treno, un aereo, o la sua vecchia moto e viaggia. Ha visitato oltre trenta nazioni e nel giugno 2008 è stato il primo fotografo occidentale ad esporre una mostra personale in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein.
La fotografia per lui è stata una scelta precisa: per fare il fotografo ha lasciato un lavoro come responsabile vendite in un’azienda che fatturava 100 milioni di euro l’anno.
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Avevo scelto Fujifilm inizialmente per la sua portatilità, con la prima X100. Poi ho visto che oltre che essere un sistema piccolo e leggero, mi consentiva di avere una qualità altissima, merito anche delle ottiche Fujinon, davvero insuperabili. Oggi il mio corredo si compone di due X-T2, una GFX50S e una X-T1 IR infrarosso, più un numero importante di ottiche, per poter affrontare ogni lavoro con lo strumento più adatto.
Da ritrattista ho accolto con piacere l’arrivo del nuovo flash Fujifilm EF-60 e, preferendo al flash on camera la possibilità di lavorare da remoto, del wireless commander radio EF-W1. Sia con il flash sulla slitta, sia gestendolo dal commander, la compatibilità con gli ultimi modelli della Serie X e con tutta la serie GFX è totale e permette di gestire tutte le funzioni direttamente dal menu flash della fotocamera.
Per questo primo test ho utilizzato l’ottimo XF50mm F1, abbinato alla mia X-T4. Durante le prove mi sono servito di diversi accessori applicati sul flash e nelle didascalie delle immagini troverete i dettagli.
Ho voluto realizzare situazioni fotografiche diverse: la prima è un ritratto semplice, su fondo nero, con uno schema a conchiglia, diffondendo la luce del flash con un piccolo softbox di circa 25 cm di lato, posizionato molto vicino al volto e utilizzando un pannello sotto al viso per riflettere la luce.
Softbox 25cm + pannello riflettente
Nella seconda situazione di scatto ho fatto scendere il lampadario del mio studio, “immergendo” la modella nella luce calda delle lampadine e nel gioco di cristalli e scaldando la luce del flash con una gelatina di correzione, oltre che stringendo il fascio di luce con una griglia.
Griglia 15° + gelatina correzione 3200°K
Nel terzo set ho inserito invece una luce continua rossa di sfondo, molto potente, che ho bilanciato con la luce flash senza gelatine, inserita dentro uno snoot per restringerne il fascio, ottenendo così una luce dura.
Snoot
Il quarto set è stato totalmente improvvisato. Nato dalla passione della modella per la serie TV “Stranger Things”. Ho pensato quindi di farla calare nei panni di “Undici”, giocando sulle lucie col make up, nonostante la make up artist fosse dispiaciuta di non aver portato sangue finto per avere un effetto più realistico. Per questo scatto ho utilizzato una luce continua blu sullo sfondo e un piccolo softbox vicino al volto.
Softbox 25cm
L’ultima situazione invece racconta di un passaggio da una fase di riflessione a uno di rinascita di una ballerina che, al termine di una serata di lavoro, è disperata per la fine della sua relazione. Per questi scatti ho utilizzato una luce continua blu sullo sfondo e una griglia per concentrare il fascio di luce flash.
Griglia 15°
Griglia 15°
Il flash mi è piaciuto molto soprattutto per la semplicità d’utilizzo e per le dimensioni davvero compatte. A basse potenze riesce a gestire bene anche le raffiche e ha una buona autonomia. Il remote funziona via radio, quindi consente di nascondere il flash anche dietro il nostro soggetto e anch’esso è molto facile da utilizzare in abbinata a tutta la gamma Fujifilm.