14.05.2021 Marco Tortato

Marco Tortato: Tavolozza di sapori

Marco Tortato

Allievo del famoso fotografo pubblicitario Belga-Americano Harry De Zitter, Yorick è fotografo professionista dal 2010. Ha sviluppato la sua tecnica e il suo gusto fotografico con lo studio e talvolta la collborazione con alcuni fotografi molto conosciuti come Joe McNally, Adam Barker, David, duChemin, John Sexton e molti altri. E' fondatore e ora contributore della Manfrotto School of Xcellence, e fotografo del famoso Caffè Florian di Venezia. Come fotografo editoriale lavora per Mondadori. Ha scattato numerose copertine di libri e CD, e ha esposto le proprie opere in Italia e all'estero. Insegna corsi e workshop in tutta Italia. 

Da Marco Polo alla Food Photography, le spezie protagoniste di un racconto di sapori e colori

“Le spezie, grazie al cielo, sono moltissime. La chiave della loro importanza è proprio la varietà. L’esplorazione di questo mondo deve partire da qui: la nostra dispensa delle spezie è ricca di una molteplicità di gusti e sapori.”

(Caz Hildebrand, nell’introduzione al suo bellissimo libro “La Grammatica delle Spezie”)

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Le spezie sono affascinanti.
Sono un universo incredibilmente vasto e ricco di suggestioni.
Basta entrare in un souk o in una spezieria orientale, per essere completamente rapiti da colori, profumi e sentori. Polveri, semi, grani, petali, radici, foglie, erbe: una teoria quasi infinita ed incredibilmente variopinta e variegata di materie, ognuna con la propria identità e le proprie caratteristiche. Aromi che si mescolano tra loro, e allo stesso tempo raccontano storie di popoli e mondi.

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Da fotografo, in particolare da food-photographer, è proprio questo connubio di sensazioni, quel fenomeno che in psicologia si chiama sinestesia, che mi interessa. Un senso si fa tramite per stimolarne altri, per rendere vivo e presente ciò che non c’è. Così da questo spunto nasce l’idea di Tavolozza di Sapori, una sinestesia, questa volta figura retorica, che mette in relazione sensazioni diverse, e soggiace un pensiero importante, ovvero che chi sa sapientemente usare i sapori, così come i colori, non può che essere un artista. Colori che nel loro rimare con sapori aggiungono anche una nota poetica al lavoro.

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Il progetto, tuttavia, nella sua narrazione si sviluppa attorno a suggestioni sempre più sensoriali ed oniriche. Perché nelle pietanze i sapori si mescolano, creano sinfonie, sinergie e sintesi. L’idea del mescolarsi traslato per sinestesia sul piano visuale e cromatico, diventa movimento. Così linguaggio del gusto, fatto sì di sapori, ma anche densità, consistenze, umidità, farinosità viene traslato in linguaggio visivo, in cui forme, colori, contrasti e luci ne traducono le evoluzioni, le sfumature, i giochi e gli abbracci.

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Queste immagini sono quindi pura evocazione. Sono caos e ordine allo stesso tempo. Sono movimento e staticità, sono separazione e unione, sono forme e fragranze, cromie e aromi. Sono mondi a sé, in cui le spezie e le polveri con le proprie caratteristiche (zenzero, cannella, semi di papavero, paprika e peperoncino per citarne alcune) giocano tra loro, si rincorrono, si intrecciano nell’aria, come normalmente i propri sapori farebbero nel gusto, o i loro aromi nell’olfatto. Questi sodalizi generano racconti che solo attraverso i sensi di chi ne sta facendo esperienza trovano il loro compimento e significato.

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Infine, da Veneziano che si è avventurato in questo viaggio tra le spezie, non ho potuto non volgere un pensiero a Marco Polo, che così parla della provincia di Gaindu: 

“Vino di vigne non ànno, ma fanno vino di grano e di riso co molte spezie, e è buono bevigione. In questa provincia nasce garofani assai: egli è un àlbore piccolo che fa foglie grandi quasi come corbezze, alcuna cosa più lunghe e più strette; lo fiore fa bianco, piccolo come il garofano, Egli ànno zinzibero in grande abondanza, e canella e altre spezie assai, che nonne vengono in nostra contrada.”

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E la storia di questo progetto si intreccia proprio con la mia città, perché a Rialto c’è una delle drogherie più fornite di spezie della regione, la famosa e antica drogheria Mascari.

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Per la realizzazione di questo progetto ho usato Fujifilm GFX50s, GF45-100 F4.0, con due unità flash EF-60, due unità flash EF-X500 e un trigger EF-W1, molto semplice da usare. Ho voluto mettere a dura prova gli Speedlite Fujifilm e la loro capacità di scattare in HSS (High Speed Sync). Per poter avere abbastanza luce ho utilizzato due EF-X500 (numero guida 50), con due nuovissimi EF-60 (numero guida 60).

Li ho pilotati tutti assieme usando uno stratagemma. Gli EF-60 erano comandati dall’EF-W1, mentre i due EF-X500 scattavano in remoto, con il sensore ottico. Tutti impostati su HSS. In questo modo avevo la potenza di quattro Speedlite, combinati con la velocità di scatto. Scattando a F20 i flash mi sono sembrati la soluzione migliore in quanto mi garantivano adeguata potenza.