Elena Givone
FUJIFILM GFX 50S PER CATTURARE L’ARTE DELLA LEGGEREZZA
Anche quest’anno per rappresentare l’arte della leggerezza, l’X-Photographer Elena Givone ha scelto di utilizzare GFX 50S.
Giunto alla sua seconda edizione, il progetto “Profumo di Vita #neldirittodelbambino”, vede coinvolti i neonati come rappresentazione dell’essenza e della poesia della vita, che va protetta, rispettata, amata.
Questo è l’obiettivo del progetto fotografico realizzato da Elena Givone, che dà vita ad una mostra ed un’installazione multisensoriale, curata da Roberta Di Chiara, che vede protagoniste le immagini ed un cortometraggio, da un racconto di Katia Ferraguzzi, con la regia di Elena Ruzza e Matteo Cantamessa, presentato al Torino Film Festival 2018.
Le immagini realizzate presso l’ospedale di Ciriè (in provincia di Torino), vedono come protagonisti neonati provenienti da diverse aree geografiche e culturali, nell’intento di cogliere l’essenza della vita: la fragilità di un infante, le mani dei genitori che lo hanno messo al mondo e lo proteggeranno aiutandolo a crescere lungo il proprio cammino.
“L’infanzia è il suolo sul quale andremo a camminare per tutta la vita.”
Lya Luft
“Per questo progetto ho scelto sin dall’inizio di lavorare con il medio formato Fujifilm GFX 50S poiché è una “grande mirrorless” che riesce a trasmettere leggerezza ed estrema precisione, caratteristiche che si fondono perfettamente con gli intenti progettuali.
Utilizzando GFX 50S ho riscoperto la portabilità di un sistema mirrorless e la resa eccelsa del medio formato. La qualità dei suoi obiettivi è indiscutibile. La resa superiore del sensore, la sfocatura poetica e la meravigliosa gamma dinamica, vengono messi in risalto al meglio attraverso la produzione di stampe di grandi dimensioni, esaltando con assoluta soddisfazione le caratteristiche delle migliori carte fine-art in commercio.
Lavorare con le fotocamere Fujifilm mi ha consentito di ottenere sempre i risultati attesi; quando ho iniziato ad utilizzare assieme al corpo GFX 50S, le ottiche GF32-64mm e GF63mm, ho scoperto un mondo di dettagli e colori inaspettati.
La morbidezza pittorica dell’effetto bokeh è perfetta per la fotografia newborn: i dettagli dei “piccoli modelli” appena nati sono quasi impensabili. Si ha l’opportunità di apprezzare finezze che non erano visibili a prima vista e ad occhio nudo.
Questo progetto ha richiesto l’allestimento di un piccolo studio fotografico in ospedale, creato appositamente per accogliere creature di poche ore di vita.
Fotografare a una temperatura costante di 28 gradi, in un ambiente contenuto, in un luogo dove la routine non contempla certe dinamiche, creare una connessione forte ed autentica con i genitori, vivere emozioni sempre diverse ed irripetibili, questo è un privilegio che si rinnova ad ogni occasione.
Realizzare immagini newborn di livello presuppone la pianificazione di molteplici dinamiche, la sicurezza del bambino è la prima e certamente la più importante.
Il dialogo sincero con i genitori è fondamentale, specialmente quando sono ancora in ospedale è necessario da subito trasmettere professionalità e competenza.
Specializzarsi in “fotografia newborn” prima di affrontare consapevolmente la sessione, presuppone ulteriore studio ed impegno rispetto ad una solida competenza fotografica, che deve essere sfondo e solida base di qualunque crescita successiva.
L’incanto dei momenti vissuti durante lo shooting non si esaurisce con il tempo: c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare!
Durante questo progetto le sfide non sono mancate: alcuni giorni si gestiscono sino a 7 bambini di appena 24/48 ore, vi assicuro che è moltissimo!
A volte i genitori, inquieti e stressati nelle ore successive alla nascita, necessitano di essere messi a proprio agio ed è fondamentale instaurare un’atmosfera di serenità, controllare tutti i dettagli prima di iniziare.
Dopo la spiegazione della posa ai genitori, si crea un contesto confortevole indicato a favorire il sonno profondo del neonato. La temperatura controllata, l’utilizzo di rumori bianchi a frequenza costante che simulino il respiro od il battito del cuore, ricreano la sensazione vissuta all’interno del grembo materno.
Un apposito pouf realizzato per questo genere di fotografia, favorisce la libertà di movimento necessaria per trovare l’inquadratura prescelta. L’utilizzo della fotocamera è a mano libera, scegliendo l’angolazione migliore per realizzare la posa progettata in anticipo.
GFX 50S offre l’opportunità di utilizzare lo schermo touch ed inclinabile, decisamente d’aiuto in molte pose, permettendo di controllare esattamente il punto di vista e la corretta messa a fuoco. Tali caratteristiche agevolano il workflow, creando una connessione speciale che mi offre la medesima manovrabilità di una mirrorless APS-C, con la qualità superiore di un medio formato.”
Elena Givone