21.06.2019

Daniele Lira: I suoni delle Dolomiti

Seguo i Suoni da quindici anni, eppure, ai concerti, mi emoziono ancora come la prima volta. Da fotografo, arrivo sul luogo insieme agli organizzatori e prima degli artisti. Da alpinista, mi piace partire presto, anzi prestissimo, e raggiungere la postazione quando ancora l’aria punge e regna il silenzio. Aspettare che la montagna si riempia, e da spazio naturale si trasformi in spazio umano, mi carica come un molla: l’attesa del concerto, da una lato, serve a prender le distanze giuste (oltre che fiato) e, dall’altro, regala le situazioni più inaspettate del backstage.

Ancora mi stupisco a vedere tutti quei punti colorati, laggiù per il pendio, diventare persone, mano a mano che il sentiero si avvicina, per poi invadere in maniera ordinata l’anfiteatro in quota. Ancora mi risulta stupefacente contarli e scoprire che sembrano sempre pochi, sparsi così negli spazi infiniti delle Dolomiti, anche se sono centinaia e, a volte, migliaia. 

E poi arrivano gli artisti: quello è un momento rivelatore, perché per loro si tratta spesso della prima esperienza nella natura più vera, ad altitudini inedite. I ritratti migliori hanno molto a che fare con quegli sguardi sbalorditi, che ricordano tanto lo stupore dei primi alpinisti in vetta. I concerti sono pieni di questo incanto, della meraviglia di chi si tuffa per un giorno nella natura e scopre che lo si può fare insieme, dolcemente e con educazione.

 

Gli spettacoli sono intensi e finiscono sempre troppo in fretta per cogliere le infinite situazioni che si creano e si consumano, spesso in pochi secondi, fra il pubblico – letteralmente imprevedibile – e i musicisti, galvanizzati dai luoghi. Scattare tanto non è solo una questione di probabilità statistica (quanto hai davanti tante persone, è dura avere tutte le facce giuste, anche per il reportage più puro). Le schede si riempiono velocemente, perché la magia del momento è forte e ti viene una gran voglia di fermarla per sempre, come è nella natura della fotografia.

 

Il “popolo dei Suoni” è sui generis: tendenzialmente garbato, occupa le cime con una sua gentilezza, le gode nei tempi del concerto e poi scivola via festoso, senza lasciare traccia. Come dovremmo fare tutti quando andiamo in montagna, sempre. La montagna infatti accoglie ma, difronte a quella miriade di formichine puntiforme e multicolore, mostra tutta la sua possenza, premiando l’armonia di un rapporto uomo-ambiente basato sul rispetto.

 

Daniele Lira

I Suoni delle Dolomiti è un evento musicale che si tiene annualmente nei mesi di luglio e agosto sulle Dolomiti del Trentino che anno dopo anno propone l’abbinamento vincente tra luoghi incantevoli ed esperienze altrettanto indimenticabili grazie a una formula consolidata – ma mai uguale a se stessa – che vede grandi musicisti esibirsi tra le più belle cime delle Dolomiti trentine. Ogni anno idee e musiche nuove percorrono sentieri e pareti, ogni anno si aggiungono scenari nuovi, ogni anno torna la voglia di sperimentare e mettersi in gioco anche nel dialogo tra artisti, pubblico e natura. E ogni anno migliaia di persone scoprono la montagna come luogo di meraviglia e incontro, come esperienza da ricordare e, soprattutto, da vivere come non si fa con nessun altro luogo.