19.01.2023 Mark Janes

Scatti dal Cosmo con GFX - Capturing Cosmo on GFX

Mark Janes

Mark Janes is an outdoor photographer and educator based in the far north of Scotland, working with clients in travel, tourism and land-management. He has a keen interest in the night-sky and seeks to incorporate this into his work, creating ethereal “nightscapes” that showcase the spectacular Scottish landscape in a new light.

Operating under the name “Scot Land, Sea and Sky”, Mark’s work features in tourism brochures and websites, and he offers classes, workshops and one-to-one sessions for those who wish to develop their landscape photography skills. His prints adorn many homes and high-end vacation properties in the Scottish Highlands.

Mentre l’oscurità ricopre le terre selvagge della Scozia settentrionale, Mark Janes punta lo sguardo tra cielo e terra per documentare i paesaggi del cielo notturno in modo incredibilmente dettagliato.

Sembra che l’essere umano abbia un illimitato desiderio creativo. In pochi secoli, la tecnologia fotografica si è evoluta in modo esponenziale e con essa la varietà di soggetti che possono essere documentati. Oggi, i migliori sistemi mirrorless sono in grado di creare scene mozzafiato del nostro cosmo con una fedeltà a malapena distinguibile dall’occhio umano. Abbiamo incontrato uno dei protagonisti di questo processo creativo, Mark Janes, che ha recentemente testato il nuovo GF20-35mmF4 R WR.

Situato a nord di Inverness, in Scozia, Mark è esposto alle aurore boreali, a viste incontaminate della Via Lattea e a panorami di ogni tipo. Ci sono pochi luoghi migliori sulla terra, ma è possibile ottenere risultati sorprendenti anche altrove, con sufficiente dedizione e una guida esperta. La prima cosa da fare è stabilire dove e quando.

“La pianificazione è molto importante per fotografare i cieli notturni, come per il paesaggio in generale”, esordisce Mark. “Non mi considero un vero e proprio astrofotografo, anche se il cielo notturno gioca un ruolo importante nelle mie immagini. Spesso fotografo qualsiasi fenomeno sia presente, che sia l’aurora boreale, la Via Lattea scintillante o le nuvole nottilucenti. Chi vuole documentare uno di questi fenomeni può pianificare di conseguenza, ma il luogo in sé è per me più importante rispetto al cielo notturno che lo sovrasta”.

Foto 2022 © Mark Janes | FUJIFILM GFX50R e FUJINON GF20-35mmF4 R WR

L’aurora boreale rappresenta uno spettacolo raro se non per chi abita i cieli del nord Europa, mentre le vedute a cascata dell’orizzonte restano quasi esclusivamente riservate a chi si trova nel sud dell’emisfero. Insomma, se vi allontanate dalla centri urbani, a prescindere da che parte dell’Equatore vi troviate, vi aspetta un’abbondanza di delizie celesti.

“Andate ovunque sia possibile per evitare l’inquinamento luminoso”, consiglia Mark. “Una città relativamente piccola all’orizzonte risulterà visibile attraverso le esposizioni lunghe. Anche se l’inquinamento luminoso non si vede a occhio nudo, apparirà nell’immagine”.

Poi va considerata la questione dell’attrezzatura creativa. Le differenze tra i vari sistemi possono essere un po’ meno evidenti nell’ambito di altre attività fotografiche, ma gli scenari astrologici pieni di dettagli spingono i sensori più moderni ai loro limiti.

“La sfida consiste nel creare un’immagine con un rumore minimo in condizioni di scarsa luminosità. È necessaria una sensibilità di ISO 1600 o superiore, quindi è importante un sensore in grado di realizzare scatti di qualità mantenendo alte queste impostazioni senza però produrre troppo rumore digitale. A mio parere il sensore FUJIFILM GFX50R da 50 megapixel è il punto di forza in questo senso”, continua Mark. “La quantità di dettagli è enorme, la gamma dinamica consente di aumentare le ombre senza molti artefatti, ma dato che la risoluzione è relativamente modesta per le enormi dimensioni del sensore, i pixel sono grandi ma la loro densità rimane piuttosto bassa”.

 

Foto 2022 © Mark Janes | FUJIFILM GFX50R

Come sempre, gli obiettivi sono un’altra scelta importante. Le lunghezze focali maggiori si avvicinano a una porzione di cielo privandola dal contesto. Questo si adatta perfettamente alla visione di alcuni fotografi creativi, ma come ha stabilito Mark, le stelle sono solo una parte di ciò che rende speciali le sue immagini.

“Mi sento perfettamente a mio agio con tutto ciò che va da 24 mm a 16 mm, equivalente in formato full-frame. Questo dà un aspetto epico alla fotografia del cielo notturno, ma significa anche che è possibile avvicinarsi ad alcuni dettagli in primo piano”, spiega. “Ho usato il FUJINON GF20-35mmF4 R WR, che rientra proprio in questa gamma. Anche l’apertura dell’obiettivo è perfetta per me, perché considero f/4 come limite minimo ed è molto nitido senza doverlo ridurre”.

“Tuttavia, chi si cimenta per la prima volta in questo genere non ha bisogno di molto”, assicura Mark. “Il sensore del sistema GFX è un’eccellenza, ma si possono ottenere ottimi risultati con la giusta fotocamera con sensore crop. Qualsiasi corpo macchina della Serie X con un obiettivo grandangolare moderatamente veloce farà al caso vostro”.

Foto 2022 © Mark Janes | FUJIFILM GFX50R e FUJINON GF20-35mmF4 R WR

Qualsiasi sottoinsieme dell’astrofotografia non dovrebbe essere considerato tecnicamente inaccessibile, anche se ci sono alcuni aspetti da perfezionare. Agli occhi di questi fotografi ci potrebbero essere tre fattori distinti da gestire.

“Le persone si aspettano che le stelle in un’immagine del cielo notturno siano nitidissime”, riflette Mark. “È così che ci appaiono quando le vediamo brillare ad occhio nudo di notte, quindi l’immagine deve rispecchiare questo aspetto. Per ottenere questo risultato, è necessario evitare lo star trailing, acquisire la messa a fuoco ed evitare il tremolio della fotocamera.

“Lo star trailing è causato dalla rotazione della terra ed è un genere a sé stante. Più lunga è l’esposizione, maggiore è il movimento della Terra rispetto alle stelle che si sceglie di documentare. Una buona regola empirica è quella che chiamiamo ‘regola dei 500′. Se si prende il numero 500 e lo si divide per la lunghezza focale dell’obiettivo nel suo equivalente a pieno formato, si ottiene la velocità massima dell’otturatore. Ad esempio, con il GF20-35 mm all’estremità ampia della sua gamma di zoom, si ha un equivalente a pieno formato di circa 16 mm. Dividendo 500 per 16 si ottiene una velocità massima dell’otturatore di circa 31 secondi. Per sicurezza, tendo ad allontanarmi un po’ da questo valore.

“Per l’astrofotografia si può dimenticare l’autofocus”, aggiunge Mark. “Non c’è abbastanza luce perché anche i sistemi più avanzati funzionino in modo affidabile. In genere, trovo la stella più luminosa sul campo, premo la ghiera di comando posteriore per ingrandire l’immagine, uso la ghiera di messa a fuoco manuale per spostarmi avanti e indietro fino a quando il punto della stella è il più piccolo. In questo senso il Focus Peaking può dimostrarsi di grande aiuto.

“Per evitare il tremolio della fotocamera è necessario disporre di un buon treppiede solido. A mio parere, vale la pena di trasportare qualcosa di più pesante, soprattutto in caso di vento”.

Foto 2022 © Mark Janes | FUJIFILM GFX50R e FUJINON GF20-35mmF4 R WR

Inevitabilmente, i fotografi inizieranno a far evolvere le proprie immagini a ritmi individuali, ma se anni di esperienza hanno insegnato qualcosa a Mark, è che una base solida non può essere sopravvalutata. Dimenticate le composizioni accattivanti e l’interesse narrativo finché le stelle nitide e ben esposte non diventano una seconda natura. Alla fine, la competenza tecnica lascerà il posto all’arte.

“Oggi fotografo molto meno e per me la visualizzazione delle immagini è diventata estremamente importante”, afferma Mark. “Ho trascorso molto tempo a guardare le mappe o a perlustrare i luoghi durante il giorno, immaginando quale scena sarebbe apparsa migliore con la Via Lattea alle spalle. Poi c’è da pianificare quale sia il momento ottimale per farlo, in termini di periodo dell’anno e di ora del giorno”. Non lasciatevi scoraggiare dalle cattive previsioni del tempo. La copertura nuvolosa può sempre interrompersi. Se non si va, non lo si può sapere.

“Ci sono molte tecniche da provare per aggiungere interesse”, rivela Mark, parlando delle caratteristiche distintive delle sue fotografie. “Spesso aggiungo luce a una scena con il light painting. Con tempi di esposizione fino a 20 secondi, si ha abbastanza tempo per illuminare un oggetto in primo piano con una torcia. Meno è meglio, quindi non utilizzate una fonte particolarmente luminosa e trovate il giusto equilibrio tra l’oggetto in primo piano e il cielo notturno retrostante. Si tratta di tentativi ed errori, ma si vuole mantenere un aspetto notturno, piuttosto che emulare una scena diurna. Le scene più grandi possono essere illuminate solo dalla luna, il che richiede una pianificazione. L’altra alternativa è la silhouette, se si ha una forma interessante in primo piano”.

Foto 2022 © Mark Janes | FUJIFILM GFX50R

Le ultime riflessioni di Mark riguardano una passione che non accenna a diminuire. Il cielo è stato fonte di ispirazione per l’uomo per millenni: chi è capace di volgere lo sguardo verso le stelle senza provare un senso di soggezione cosmica?

“È un tipo di fotografia tecnica”, conclude l’astro-fotografo, “ma non bisogna mai dimenticare l’arte. A volte è bello uscire e vivere questi panorami anche senza la macchina fotografica. La sensazione che si prova guardando il cielo è importante ed è questo l’aspetto che cerco di ritrarre nelle mie immagini”.