Con un occhio addestrato e totale fiducia nei confronti della propria FUJIFILM X-H2, André Heller va ben oltre ogni eventuale distrazione per andare dritto al cuore della narrazione durante un matrimonio
Per qualsiasi fotografo appassionato, ogni scena comporta una posta in gioco molto personale. Spesso, i momenti che perdiamo sono memorabili quanto quelli che documentiamo magistralmente. Tuttavia, alcune opportunità si presentano una sola volta nella vita.
La fotografia di matrimonio nasconde una ricerca straordinaria, non solo per il sentimento che caratterizza questo tipo di eventi. I professionisti del mestiere si assumono una grande responsabilità nel documentare un giorno così speciale e trasformarlo in una straordinaria collezione visiva da amare e ammirare per i decenni a venire.
“Quando ero un bambino, uno dei miei hobby preferiti era giocare con le macchine fotografiche di mio nonno. Ricordo ancora l’emozione di guardare una foto istantanea uscire come per magia, o l’agitazione nell’attesa di vedere lo sviluppo delle pellicole. E’ così che è cominciato tutto”, ricorda André Heller, ripensando agli inizi della sua carriera.
“Per quanto riguarda i matrimoni, ho iniziato come Filmmaker, lavorando per un altro fotografo. Alcuni anni dopo, quando io e un amico abbiamo deciso di lanciare la nostra azienda fotografica, avevamo bisogno di uno specialista di immagini perché entrambi stavamo realizzando dei video. Avendo un bel background in fotografia, ho deciso io stesso di portare avanti questa parte dell’attività e non sono mai più tornato ai video. Ed eccoci qui, quasi dieci anni dopo”.
Ma le immagini di André non sono le tipiche scene nuziali. Mentre molti scelgono uno splendore monocromatico, lui sceglie colore, connessione e intrigo documentarista. Il processo di creazione consiste, come sempre, nel canalizzare un forte intento attraverso strumenti capaci.
“C’è qualcosa di affascinante nei colori del quotidiano ed è proprio questa la modalità inn cui osservo il mondo”, riflette André. “Sono una persona allegra, per cui forse il mio uso del colore è un riflesso di me stesso. Oltre a questo, non ho la volontà di creare momenti. Voglio documentarli esattamente come sono. Chiunque abbia mai utilizzato una macchina fotografica Fujifilm sa che rappresentano il meglio della scienza dei colori”.
Le impostazioni di André restano semplici per questo motivo. La scelta della macchina fotografica persegue la massimizzazione della qualità dell’immagine, piuttosto che una serie di specifiche.
“Durante il “grande giorno”, è importante rimanere concentrati su tutto ciò che accade e trovare il modo migliore per raccontare la storia che al meglio rappresenti la giornata”, spiega. “Non mi piace essere distratto dalle impostazioni. La maggior parte delle volte imposto la priorità di apertura nella fotocamera , così da controllare una sola funzione. Infatti, in questo modo la messa a fuoco è gestita dal rilevamento occhi e volto.
“Non credo che ci sia spazio, e soprattutto tempo, per essere un purista del manuale in questo genere di fotografia. Direi invece di procurarsi un’ottima macchina fotografica su cui poter contare. La mia fa la maggior parte del lavoro pesante per me. È perfetta perché mi dà il tempo di concentrarmi su altre cose.
“Recentemente ho usato FUJIFILM X-H2”, continua il creativo. “Dalla prima volta che ho posato gli occhi sul file proveniente dal un sensore da 40 megapixel, ne sono rimasto stregato. La quantità di dettagli che si ottiene è incredibile. Sembra quasi una piccola macchina fotografica di medio formato. Quello che si vede attraverso il mirino o l’LCD rappresenta esattamente il risultato ottenuto, e sono arrivato a fidarmi moltissimo delle sue capacità. L’autofocus è diventato talmente raffinato da immortalare quasi ogni fotogramma, anche in condizioni di ritmo frenetico”.
Quindi, essendoci più spazio per fare ricerca e per ragionare, a cosa rivolge l’attenzione André? Lo vediamo dalle sue immagini. Luce, composizione ed emozione sono temi ricorrenti. Nell’esperienza di questo professionista della fotografia, tutto ciò che serve per documentarle splendidamente è liberare la mente da distrazioni e stress tecnici e lasciar spazio alla creatività.
“Ogni fotografo è alla ricerca delle angolazioni con la luce migliore”, commenta. “Per quanto riguarda la composizione, sono un grande fan delle linee minimal. Inoltre, sono sempre alla ricerca delle migliori reazioni da parte degli sposi o degli ospiti. Sono queste le cose che permetteranno di scattare foto eccellenti.
“Una cosa che ho imparato presto è provare a fotografare sempre senza la macchina fotografica: immaginare le fotografie prima di realizzarle. Camminando per strada, vedo cosa mi circonda e immagino dove potrei posizionare un paio di macchine fotografiche per creare uno scatto interessante. Se si mette in pratica questo esercizioquotidianamente nella vita di tutti i giorni, poi diventa naturale farlo anche durante i matrimoni. La maggior parte delle persone non porta con sé una macchina fotografica, tuttavia è sempre possibile leggere la propria vita come un’ infinita opportunità fotografica”.
Avere una coppia di sposi o un gruppo all’interno della scena pone continuamente una nuova sfida. È perfettamente possibile diventare un direttore della fotografia esperto; tuttavia, fidandosi del proprio spirito d’osservazione, André si affida alle persone, agli stessi soggetti, per fare ciò che comunque gli verrebbe naturale.
“Molte pose non mi piacciono. Nella maggior parte dei casi scelgo semplicemente un bella ambientazione e poi lascio che i soggetti interagiscano in maniera spontanea. Se sono loro a darmi delle indicazioni, cerco di ribaltare la vicenda consigliando loro di comunicare, parlare tra loro ma anche e soprattutto incoraggiandoli a divertirsi insieme. Nel frattempo studio la scena spostandomi qua e là in attesa del momento perfetto per premere l’otturatore”, rivela.
“È importante non interferire troppo il giorno stesso del matrimonio. Si può dire agli sposi dove stare in piedi, ma non come devono sentirsi. All’inizio è normale che siano un po’ imbarazzati quando non si dice loro esattamente cosa fare ma, nonappena si sciolgono un po’, le cose iniziano a fluire. Di solito mi piace dire che il mio lavoro è documentare le emozioni, non crearle”.
André ritiene che l’argomento trascenda tutto il resto. Può esserci il desiderio di ritrarre un momento con un’estetica elaborata, ma rispetto al momento stesso, le immagini sono solo la ciliegina figurativa sulla torta.
“L’emozione è la cosa più importante”, spiega. “Quando il padre della sposa vede sua figlia per la prima volta, la sua espressione si tradurrà in una grande foto, anche senza altri elementi eccezionali”.
C’è un aspetto unico finale del lavoro di André: la prospettiva. A differenza della maggior parte dei fotografi, che scelgono di immortalare i momenti coniugali da lontano, lui si immerge nel vivo dei festeggiamenti.
“L’obiettivo che uso maggiormente è FUJINON XF18mmF1.4 R LM WR. So che non è una focale di uso comune nell’ambito dei matrimoni, ma sono un suo grande fan. Qualunque sia il luogo, non mi sento mai soffocato. In questo modo, durante le giornate dei matrimoni , mi sento totalmente coinvolto nell’azione, diversamente da uno spettatore passivo.
“Usare un grandangolo che mi consenta di stare vicino ai soggetti mi aiuta sicuramente a comprendere le loro emozioni in modo più chiaro. Quando ritraggo una coppia di innamorati, cerco sempre di offire immagini dal punto di vista di un ospite, non di un osservatore qualunque”, continua André.
“Una rapidità nell’apertura è una praticità necessaria. Durante la giornata in sè non abbiamo molto controllo sull’ambientazione, per cui è ottimo disporre di obiettivi veloci. Non mi piace usare il flash, anzi preferisco la luce naturale, e in questo senso XF18mmF1.4 R LM WR contribuisce al mio stile di fotografia”.
Al termine della nostra conversazione, André sottolinea il valore e l’importanza del suo approccio consapevole,unito ad una certa saggezza.
“Ciò che le persone devono capire è che, con la fotografia di matrimonio, si nasconde una sola opportunità. Non si può tornare indietro il giorno successivo e ripetere gli scatti. Ma questa sfida è anche la parte divertente del lavoro.
“Innanzitutto, la prima cosa che occorre padroneggiare è la capacità di entrare in contatto con le persone”, conclude André. “È l’unico modo in cui queste non avranno timore di condividere le loro emozioni con te. L’elemento umano è un privilegio e rappresenta la parte più importante della fotografia di matrimonio”.