“Anthropocosmos “
Un’Esplorazione Fotografica del Salto Cosmico dell’Umanità
Da qualche parte tra la fantascienza e la realtà sta emergendo una nuova frontiera—un luogo in cui le aspirazioni dell’umanità si estendono oltre la Terra, incidendo la nostra storia sull’immenso palcoscenico del cosmo. Anthropocosmos è un viaggio fotografico che cattura questo momento di trasformazione, in cui i confini tra presente e futuro si dissolvono in una visione di possibilità. Questo progetto non è solo una documentazione visiva, ma una riflessione filosofica sulla nostra crescente presenza nell’universo.
Per dar vita a questa visione, avevo bisogno di una fotocamera capace di tradurre sia il tangibile che lo speculativo—uno strumento in grado di restituire l’eccezionale con un dettaglio mozzafiato.

Nel 2021 ho intrapreso il progetto Anthropocosmos con la fotocamera mirrorless medio formato GFX, segnando una svolta significativa nel mio percorso fotografico. È stato il mio primo progetto personale interamente realizzato con il sistema GFX. Provenendo dalla fotografia analogica e il grande formato, cercavo una fotocamera digitale che potesse eguagliare la qualità della pellicola offrendo al contempo la versatilità della tecnologia digitale. GFX100 ha già superato le mie aspettative, permettendomi di esplorare la fotografia digitale senza perdere la gamma tonale e la profondità di colore che valorizzo nel mio lavoro.
GFX100 II è stata un’evoluzione naturale di questo percorso—una nuova iterazione del sistema GFX, affidabile e ad alte prestazioni.Nel 2024 ho deciso di continuare a lavorare al progetto Anthropocosmos, scegliendo il modello di punta della gamma GFX, e si è rivelata una scelta vincente. GFX100 II è stata il compagno perfetto per aiutarmi a spingere i confini della fotografia documentaristica.
Con la sua risoluzione senza pari e la gamma dinamica straordinaria, GFX100 II è diventata la mia finestra su questi paesaggi futuristici. Ogni texture, ogni riflesso di luce è stato catturato con una chiarezza quasi iperreale, rendendo le immagini non solo visioni del futuro, ma vere e proprie finestre su di esso. La qualità dell’immagine è davvero notevole, consentendomi di vedere ogni singolo dettaglio con una precisione sorprendente. La profondità dei colori e la ricchezza tonale dei file mi hanno permesso di catturare l’essenza autentica di questi luoghi—spazi dove il futuro sta prendendo forma. Ogni sfumatura, ogni delicata transizione luminosa è stata resa con una profondità che mi ha trasportato direttamente dentro questi ambienti, come se li stessi vivendo in tempo reale.

Quando accoppiato con l’obiettivo FUJINON GF110mm Tilt-and-Shift Macro lens, GFX100 II mi ha permesso di manipolare prospettiva e profondità in modi che rispecchiavano l’essenza onirica e speculativa di Anthropocosmos. La funzione di tilt dell’obiettivo mi ha consentito di isolare elementi specifici, creando una sensazione cinematografica di scala—rendendo le vaste strutture aerospaziali al contempo grandiose e intime. La funzione di shift, invece, ha corretto le distorsioni architettoniche, fondamentale per catturare le imponenti strutture che definiscono la nostra spinta verso le stelle. Le immagini risultanti possiedono un peso e una tridimensionalità che trascendono la fotografia tradizionale, facendo sentire lo spettatore come se stesse entrando in una realtà parallela.

FUJINON GF55mmF1.7 R WR è stato un altro strumento essenziale nel mio kit. La sua qualità d’immagine incredibile e la profondità di dettaglio straordinaria mi hanno permesso di catturare scene con una nitidezza impressionante. L’ampia apertura f/1.7 è stata particolarmente preziosa in condizioni di scarsa illuminazione, dove la luce artificiale non era disponibile o praticabile. Questo obiettivo mi ha dato la possibilità di lavorare con la luce naturale, abbracciando ombre e luci in un modo che ha aggiunto un tocco cinematografico e immersivo alle mie immagini.

Altrettanto indispensabile è stato il FUJINON GF32-64mmF4 LM WR, un obiettivo che è diventato il mio punto di riferimento quando il tempo era limitato e avevo bisogno di inquadrare rapidamente e con precisione. La flessibilità della sua escursione focale mi ha permesso di adattarmi all’istante, catturando sia ampie vedute di strutture ingegneristiche che composizioni più ravvicinate senza sacrificare la qualità dell’immagine. Questa versatilità è stata cruciale in ambienti dinamici, dove i momenti si susseguivano rapidamente, garantendomi di non perdere nessuno scatto fondamentale. Nonostante la sua flessibilità, il GF 32-64mm ha mantenuto un’eccezionale nitidezza ottica, rendendolo una parte insostituibile del mio workflow.

Per tracciare i contorni del nostro futuro cosmico, ho viaggiato in alcuni dei centri aerospaziali più all’avanguardia, ognuno rappresentando un punto focale dell’ingegno e dell’ambizione umana.
Airbus, dove gli ingegneri stanno modellando la prossima generazione di veicoli spaziali, con superfici metalliche, corridoi in penombra e moduli sospesi che creano un’estetica surreale e quasi ultraterrena.

Thales Alenia Space, una fucina di innovazione, dove satelliti e moduli per stazioni spaziali prendono forma, fondendo strutture industriali con componenti di altissima precisione.

Lunares, un ambiente lunare simulato in cui si sperimentano le future abitazioni extraterrestri; i suoi paesaggi craterizzati e le esplorazioni robotiche evocano la bellezza inquietante dei mondi alieni.

CIRA, il centro di ricerca aerospaziale italiano, con tunnel del vento e camere di prova che testimoniano l’inarrestabile ricerca del volo oltre l’atmosfera terrestre.

Altech un impianto dedicato alla miniaturizzazione dei satelliti, dove il futuro dell’esplorazione spaziale non riguarda solo razzi imponenti, ma anche macchine intelligenti più piccole. ITER, il rivoluzionario progetto internazionale di fusione nucleare, che simboleggia un futuro in cui l’energia delle stelle potrebbe alimentare le nostre ambizioni cosmiche.

Lo Spazioporto di Kourou, una delle porte d’accesso più iconiche allo spazio, dove razzi imponenti attendono di superare i confini della nostra realtà.

Ognuno di questi posti racconta la storia dell’Anthropocosmos—il legame inscindibile tra l’ambizione umana e il cosmo. Le immagini non si limitano a raffigurare la tecnologia, ma esplorano le emozioni dietro la nostra ricerca di superare i confini terrestri. C’è un senso di reverenza, di meraviglia, e una domanda silenziosa: cosa ci aspetta oltre?
Per La realizzazione di Anthropocosmos, mi sono ispirato al linguaggio visivo dell’epoca classica dell’esplorazione spaziale—un’era in cui il futuro veniva immaginato con un misto di ottimismo e meraviglia. Le composizioni nette e ad alto contrasto, le ombre profonde che attraversano i corridoi industriali e il bagliore luminoso dei pannelli di controllo contribuiscono a creare un’estetica retro-futuristica. È un futuro che appare stranamente familiare, come se fosse stato estratto dall’età d’oro dei sogni spaziali, eppure rimane profondamente rilevante per la nostra traiettoria attuale.
Con GFX100 II sono riuscito a esaltare questa atmosfera, facendo emergere dettagli sottili che rafforzano la tensione tra passato e futuro, tra scienza e finzione. Il sensore di medio formato ha catturato le superfici metalliche levigate con una qualità quasi tattile, mentre l’interazione tra dettagli nitidi e sfumature morbide ha creato una profondità eterea e cinematografica. La qualità d’immagine superiore della GFX100 II mi ha permesso di spingere i confini tra luce e ombra, restituendo dettagli così intricati da rivelare l’anima stessa di questi luoghi—dove scienza e immaginazione si incontrano.

Anthropocosmos è più di una semplice serie fotografica—è una riflessione sull’identità in evoluzione dell’umanità. Così come Marco Polo, Colombo e Magellano hanno ridefinito il mondo avventurandosi nell’ignoto, oggi ci troviamo sulla soglia di un viaggio ancora più grande. La differenza, però, è che questa volta non siamo solo esploratori; siamo architetti di nuovi mondi.
Il processo dietro Anthropocosmos è stato esso stesso un atto di esplorazione. Attraverso la GFX100 II, sono riuscito a catturare non solo immagini, ma visioni—frammenti di un possibile futuro in cui l’umanità ha lasciato la sua impronta tra le stelle. La precisione, la profondità e la ricchezza di sfumature offerte da questo sistema fotografico mi hanno permesso di trasformare l’immaginazione in realtà tangibile.

In definitiva, Anthropocosmos è un invito alla meraviglia. Ci chiede di andare oltre il familiare, di abbracciare l’ignoto e di riflettere sulla responsabilità che accompagna la nostra crescente espansione nello spazio. L’universo ci attende, vasto e inesplorato, e la nostra storia è solo all’inizio.